[…] In continue sortite diurne e notturne le poesie di questo libro crescevano via via, quando entrò in esso in pieno Vittorio Bodini, già grande amico mio e magistrale traduttore d’un’estesa antologia dei miei versi. Vittorio veniva sempre da Bari o da Pescara, con aria stanca, ma pronto in ogni istante a bere un whisky o più di un bicchiere di vino in qualunque osteria, nella più umile. Vittorio allora si mostrava allegro, fantastico, euforico, e il suo strano riso come raschiato da una carta vetrata, tra barcollamenti e spintoni del suo avanzare singolarissimo, si conficcava lassù nel buio della notte trasteverina. […]
Vittorio Bodini morì a Roma molto lontano da quella ‘terra amara’, quel lontano sud della sua poesia. Ma io lo sento vivere sempre nella notte trasteverina, già alta e sola, quando si chiude l’ultima osteria e i gatti emergono dalle fenditure e qualche giovane innamorato senza speranza disegna un cuore, trapassato da una freccia, sulla penombra dei muri.
No, non sei morto, odo,
odo ancora il tuo riso,
il passo ti si rompe nella strada notturna,
ecco il tuo braccio,
il tuo affetto che arde,
poeta che con me, nella mia lingua,
ripetevi le cose
dell’animo, mio tragico
fratello,
così presto finito e non dovevi,
adesso che toccavi,
che si udiva
al suo colmo la tua voce tracciare
trafiggendo l’oscuro
il durevole segno luminoso…
Rafael Alberti (Roma, febbraio 1972) – dalla prefazione del libro
ROMA PERICOLO PER I VIANDANTI
Alma ciudad…
Cervantes
Cerca di non guardare i monumenti
viandante, se per Roma t’incammini,
apri cento occhi, le pupille affina,
schiavo soltanto dei suoi pavimenti.
Cerca di non guardar tanti portenti,
fonti, palazzi, cupole, rovine:
troverai mille morti repentine
se vuoi guardare senza accorgimenti.
Guarda a destra, a sinistra, attento al vigile,
fermati all’alt, avanza quand’è avanti!,
Vai su un filo, con l’animo sospeso.
Se vuoi vivere, mutati in colomba;
se perire, o viandante, vieni a Roma,
alma garage, alma garage immenso.
*
VITA POETICA
Sempre andare in discesa ed in salita,
entri, esci, rientri… Vai al mercato.
a quanto stanno l’uova? A quanto il pesce?
A mangiar e cacar passa la vita.
Nei templi vai con la fede smarrita,
l’anima come un gatto carcerato.
Poi torni all’aria… A ber vino annacquato…
Vai lungo il fiume… E poi di nuovo a tavola.
Leggi il giornale e soffri perché tutto
se non è carta igienica è latrina,
Vomito, incenso, crimine, salvietta.
Piangi che non sia andato in altro modo
Ciò che servì a ingozzarti e ad ingrassare…
Questa è in Roma la vita di un poeta.
*
LA TERNA
I preti, a tre a tre,
come ombrelli che camminano
capovolti.
Ombrelli o folaghelle
in calore, sgangherate,
ben nascoste
le brache sbottonate.
Dov’e’ madre Assunta,
suora Luce, suora Ines?
Che ora è?
Il nostro batacchio
fa le tre.
Scompaiono i tre preti.
Ne compaiono altri tre.
*
NOTTURNO
Tieni, tieni la chiave di Roma,
perché in Roma c’è una via,
nella via c’è una casa,
nella casa c’è una stanza,
nella stanza c’è un letto,
nel letto c’è una dama,
una dama innamorata,
che prende la chiave,
che lascia il letto,
che lascia la stanza,
che lascia la casa,
che va per la via,
che prende una spada,
che corre di notte
e uccide chi passa,
che torna nella via,
che torna nella casa,
che sale alla stanza,
che entra nel letto,
che nasconde la chiave,
che nasconde la spada,
e Roma resta
senza gente che passa,
senza morte e senza notte,
senza chiave e senza dama
‘Rafael Alberti Italiano, romano e anticolano’ di Ignazio Delogu pdf
Di nuovo grazie ad Augusto per il suo ritratto di Bodini. Ho pensato con questo post, che dedico ad Augusto e a tutti gli amici romani che ci seguono, di soffermarmi su alcuni aspetti della vicenda artistica e personale di Bodini trattati da Augusto, al Bodini traduttore e all’amicizia con Rafael Alberti. Alberti, oppositore del regime franchista, andò in esilio prima in Argentina e, dopo vent’anni, nel 1963, a Roma. Ispirato dai sonetti del Belli, dedico’ a Bodini ‘Roma pericolo per i viandanti’. Consiglio anche di leggere la testimonianza di Ignazio Delogu, altro grande ispanista, apprezzato traduttore di Neruda e amico di Alberti.
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Con attenzione e gratitudine ho letto il ritratto che di Bodini ha tratteggiato Augusto Benemeglio e le poesie di Rafael Alberti tradotte da Vittorio Bodini che proponi qui, Abele. Mi permetto di riportare qui di seguito l’originale del primo sonetto di Alberti che presenti qui:
«Trata de no mirar sus monumentos,
caminante, si a Roma te encaminas.
Abre cien ojos, clava cien retinas,
esclavo siempre de los pavimentos.
Trata de no mirar tantos portentos,
fuentes, palacios, cúpulas, ruinas,
pues hallarás mil muertes repentinas
—si vienes a mirar—, sin miramientos.
Mira a diestra, a siniestra, al vigilante,
párate al ¡alto!, avanza al ¡adelante!,
marcha en un hilo, el ánimo suspenso.
Si vivir quieres, vuélvete paloma;
si perecer, ven, caminante a Roma,
alma garaje, alma garaje inmenso.»
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Grazie!
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traduzione raffinatissima per poeta che amai molto da ragazzo..
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Roma è sempre stata una grande Musa.
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