Margherita Rimi si conferma come voce suggestiva nel panorama letterario attuale per il suo peculiare percorso biografico, clinico, poetico e umano.
La sua raccolta «Nomi di cosa – Nomi di persona» (Ed. Marsilio 2015) offre al lettore una poesia insolita, singolare sia per la sintassi lineare, sia per l’approccio sapienziale. L’autrice, infatti, coniuga la propria professione di Medico e Neuropsichiatra infantile ad una scrittura che è forte testimonianza dell’attività quotidianamente svolta a tutela dei minori vittime di violenze e abusi o colpiti da handicap. Una scrittura impegnata, che parte in primis dall’ascolto attento dei bambini per diventare, al contempo, strumento di indagine conoscitiva, veritativa oltre che di denuncia.
Non a caso, la prima parte del volume inizia con la frase cardine di Alice Miller tratta da «Il bambino inascoltato»: «La verità della nostra infanzia è scritta nel nostro corpo […] Possiamo ingannare il nostro intelletto, manipolare i nostri sentimenti, ingarbugliare le nostre percezioni e mentire al nostro corpo. Una volta o l’altra, tuttavia, esso ci presenterà il conto: il nostro corpo è infatti incorruttibile […] cessa di tormentarci solo quando non rifuggiamo più la verità». Ne seguono versi limitati all’essenziale, brevi e chiari, che indagano sull’infinito universo dell’animo infantile e sulle molteplici vie di accedervi, cercando appassionatamente di ristabilire tale verità, di costruire un ponte nell’incomunicabilità, usando la parola come elemento tramite fondamentale. Riuscire, appunto, a dare un nome alle cose vuol dire riconoscerle, e riconoscerle vuol dire poterle affrontare.
La Rimi, abolendo ogni forma di narcisismo, enfasi, retorica e coloritura, riesce a dare piena voce ai più piccoli nell’intento di portare all’attenzione della società una nuova «civiltà dei bambini», poiché «le paure dei piccoli non sono piccole» e oggi più che mai è necessario agire, guardando al mondo dell’infanzia con altri occhi.
MARGHERITA RIMI è nata a Prizzi (PA) nel 1957 e risiede in provincia di Agrigento. Poetessa, medico e neuropsichiatra infantile, svolge da anni una intensa attività di prima linea per la cura e la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, lavorando in particolare contro le violenze e gli abusi sui minori e a favore dei bambini portatori di handicap. Tra le sue raccolte di versi, sono da segnalare Per non inventarmi (2002), La cura degli assenti (2007), Era farsi (Marsilio 2012, Premio Laurentum 2012 e Premio Brancati Zafferana 2013). Nel 2014 le è stato conferito il Premio Città di Sassari alla carriera.
In copertina: foto di Letizia Battaglia, Palermo, quartiere Kalsa, 1979. Courtesy l’artista.