“Torno all’amore dei poeti perché imperituro, eterno, simile a quello divino. Solo che l’amore di Dio, è misericordioso, mentre quello dei poeti è « impietoso »: vero e nudo come il primo uomo nel giardino dell’Eden, l’io lirico si muove tra scabrosità e armonia trovando un ritmo nel caos. E’ dono la parola annunciata, è legame che forgia il Mondo, che va oltre le cose sconnesse.”
Rosaria Di Donato
eBook:
Grazie a Rosaria per questa raccolta, corredata dalla prefazione di Marzia Alunni e della postfazione di Lucianna Argentino, che offre spunti di riflessione e raccoglimento per i credenti, per chi si ritrova nella definizione di poesia “religiosa”, che viene data, ma che apre, per il nitore e lo scavo della scrittura, a una dimensione, come dice Lucianna nella postfazione, “universale” : “Una spiritualità che si manifesta attraverso la scelta di episodi biblici ed evangelici emblematici di una condizione, come è quella umana, fatta di precarietà, di fragilità e nello stesso tempo forte di quell’anelito verso una dimensione che travalichi il mero dato materiale insufficiente a dare un senso a ciò che sentiamo essere il mistero che avvolge la nostra esistenza.”
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di fronte a tanta, profonda, umana, religiosa, bellezza si può soltanto leggere e non esitare a sentirci quello che siamo. Piccoli e bisognosi di tutto. Rosaria Di Donato offre lirica e Poesia a piene mani, vera Bellezza.
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grazie ❤
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Scrivere di questa poesia, itinerario vertiginoso di fede, è stato un privilegio. Mi è sembrato di varcare la soglia invisibile per entrare in relazione con l’umanità “totalmente altra” di Dio. Il tutto con un’abitudine spirituale alla semplicità, alla comunicazione fra figli del Dio vivente che è la cifra del nostro tempo. Ognuno di noi è impossibilitato a credere in modo pedissequo e appare desideroso di slanci autentici. Li può suscitare la vera poesia che s’inventa ogni giorno nel dialogo con il Padre.Marzia Alunni
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Grazie Abele: la tua opera di diffusione della poesia è davvero notevole e pubblicare un eboock nella tua collana è un’opportunità veramente gradita! Applaudo al tuo impegno e apprezzo la dedizione la cura che poni nel tuo lavoro editoriale. Grazie anche per il commento!
Un cordiale saluto,
Rosaria
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Sono grata per gli apprezzamenti riguardo alla mia scrittura e alla mia poesia anche a Flavio Almerighi, Simonetta e Marzia Alunni. In particolare Marzia ha curato la prefazione con acume e pertinenza evidenziando aspetti peculiari dello stile e dei sentimenti che animano queste liriche: sembra avermi letto dentro! Anche l’aspetto della Bellezza, evidenziato da Flavio Almerighi, mi è stato a cuore.
Vi abbraccio, cari amici nella poesia!
Rosaria Di Donato
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piuttosto lontano per mia deviante spiritualità molecolare dalla sensibilità religiosa che prende corpo nelle liriche di Rosaria Di Donato, non ho potuto comunque fare a meno di apprezzarne la dimensione lirica che in qualche modo sublima l’umanissima bruttezza irrisolta (e irrisolvibile) della fragilità e del bisogno.
un abbraccio fraterno.
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Caro Malos, lontani, ma vicini nella poesia! Grazie per il tuo passaggio e per il tuo giudizio critico su “Preghiera in Gennaio”: mi pare che tu evidenzi un aspetto fondamentale dei miei componimenti.
Ricambio di cuore l’abbraccio,
Rosaria
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Queste belle poesie mi interrogano sull’uso della simbologia religiosa in un’opera d’arte. Può essere utile farsi accompagnare da immagini rassicuranti nel viaggio alla scoperta della vita, della realtà e del sogno, delle emozioni, dei sentimenti. E poi? Vale la pena mantenerle?
Chi è il padre? Io potrei essere il padre di mio padre, chi lo sa. Conoscete voi la direzione del tempo? Siete sicuri? Vi fidate delle apparenze? A volte capita davvero che il figlio faccia da padre al padre. E chi è colui che è? Un altro, oppure ognuno di noi, profondamente?
I simboli cambiano nella storia. Tutto si modifica. Anche in fretta. Forse le simbologie che usiamo oggi tra cinquecento o mille anni saranno solo materia di studio. Anzi, sarà quasi di sicuro così, come è stato per le antiche religioni.
Gli dei sono caduti, molteplici o unici, innumerevoli volte. La mela di Saffo resta. Imprendibile.
Complimenti a Rosaria.
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Scusa Rosaria, mi rendo conto che non ho detto niente delle poesie. A parte quel “belle”.
Piano piano le scorro.
Mi è molto piaciuta l’introduttiva:
prima che sia notte
ancora vorrei qualcosa
qualcosa di mio
qualcosa che irrompa
nel tempo mostrando
un seme nuovo
un germoglio
e non disamore
Tutto ciò che è veramente nostro, non ha etichette, non ha nomi. Non appartiene ad altri. È nostro, puramente nostro, di natura.
Noi non siamo un nome. Nemmeno un nome inventato, o un non nome. Veniamo prima della parola.
Il dio egizio Path, da cui deriva una delle più antiche radici del termine poesia, non è il dio o Dio della parola, bensì della voce.
Noi siamo quella voce. Un flusso, un vento.
Questa prima poesia è quello che è. Lontano dalle idee, dalle filosofie e dai miti. Dove la poesia è poesia.
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Grazie Lorenzo per le tue osservazioni e per aver attentamente letto! I simboli, mi sembra che siano universali e che ognuno vi si possa riconoscere nel dolore, nello scacco, nella speranza..anch’io sono molto legata a “prima che sia notte” perché racchiude la motivazione che mi ha spinta a comporre “Preghiera in Gennaio”…
Un caro saluto,
Rosaria
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Un sentito grazie a Rosaria per questo suo bel mix di acribia e sensibilità linguistica : una mano sulla spalla , un invito all’ascolto e alla condivisione ; in uno con la perizia critica di Marzia Alunni .
leopoldo –
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Grazie Leopoldo per esserti soffermato!…ho cercato scrupolosamente di essere fedele ai fatti, ma qualche pennellata fantasiosa me la sono concessa: per es. nel caso di Lazzaro che va a finire nella pubblica discarica (la Geenna era l’immondezzaio); nel caso di Maddalena “quasi geisha”; nel caso di Maria che tessè la tunica di Gesù..sì, in questi casi specifici, ho lavorato d’immaginazione, ho creato. Per quanto riguarda la lingua sono rimasta fedele al mio stile semplice, minore, senza le maiuscole e la punteggiatura sperimentando…La cosa che ho avuto veramente a cuore è stata quella di dare corpo, fisicità, plasticità a eventi e personaggi straordinari, paradossali: ho cercato l’umanità nel Sacro sulla scia di De Andrè e della Lenisa ai quali l’eboock, non a caso, è dedicato. Inoltre il titolo “Preghiera in Gennaio” è lo stesso della canzone (umanissima) di Faber.
Un caro saluto,
Rosaria
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Umanità, universalità, carità, che hanno il loro comune denominatore nella parola “amore”, sono il leitmotiv di queste poesie, come è ottimamente sottolineato nella bella prefazione di Marzia Alunni e nella centrata postfazione di Lucianna Argentino. E l’originalità e la forza di questi versi, a mio parere, consiste nella schiettezza e nella nitidezza del messaggio, fuori da qualunque retorica e ipocrisia, dove la chiave di lettura in questo percorso di conoscenza del mistero della vita – sia in chiave trascendente che cristologica – è proprio la poesia. Grazie a Rosaria per questo denso testo, che invita a profonde riflessioni, in quanto la parola è appunto un “dono”. E grazie ad Abele Longo per averlo proposto sul blog.
Saluti
Monica
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Cara Monica, penso anch’io che il mio lavoro sia originale e animato da un sentimento forte chiaro. E’ una poesia che si fa specchio dell’anima in un percorso di ricerca che non si fermerà perché la poesia è inquietudine e attesa, un po’ come la fede.
Un abbraccio grande,
Rosaria
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L’apertura dell’epigrafe recita “prima che sia notte/ancora vorrei qualcosa”, e il distico finale dell’ultima poesia conclude “non temere il buio/non prevarrà”. Ebbene, le liriche di Rosaria non sono scritte casualmente: sono un percorso, lucido ma emotivo al contempo, che conduce dal timore alla speranza. A partire dall’ancestrale paura del buio, ben presente nei versi al termine della prima poesia (“ché il nostro è buio/nell’imperfezione”) ed in quella successiva (“come il mare che smosso/il sasso fuoriuscì dal buio), per poi diradarsi negli ultimi componimenti: “non è più notte/scende lo spirito/circonfuso di luce”, “dio da dio/luce da luce” e il già citato “non temere il buio/non prevarrà”.
Poesia che segue un filo,lungo il quale il pathos ben si concilia con le esigenze della buona scrittura.
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Grazie Massimo per la tue penetranti osservazioni! Ti stimo molto come fine lettore di poesia e come sensibile poeta, non soltanto per le cose che scrivi su “Preghiera in Gennaio”, ma perché conosco la tua ritrosia, il tuo stare lontano dalle platee, le tue composizioni delicate/forti al tempo stesso.
Un abbraccio e un saluto,
Rosaria
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