“Il critico letterario puro, ammesso che mai sia esistito, si è perso in Italia forse col pieno boom degli anni ’60 (qualche nome in ordine sparso, di diversa indole e anche visione del mondo: Emilio Cecchi, Carlo Bo, Geno Pampaloni, Giacinto Spagnoletti, Pietro Citati). Con il dispiegarsi degli anni ’60, il rapporto tra letteratura e industria è diventato imperante, inscindibile”.
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Vero, concordo con tutto l’argomentato discorsodi Plinio sulla critica oggi. Si continua però oggi ad avere la forte necessità di un principio selezionatore, possibilmente collettivo, che fornisca binari guida, dato l’ immenso marasma anche pseudo letterario attuale. Purtroppo vedo grandi difficoltà e reticenze a metter su un gruppo autorevole e onesto da parte dei pochi critici puri rimasti.
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