“I piedini tra i petali” poema di Nina Maroccolo. Video Pinina Podestà. Sonorizzazione Gianni Maroccolo.

” I piedini tra i petali “
poema di Nina Maroccolo, video Pinina Podestà, sonorizzazione di Gianni Maroccolo.
Ritornare bambini da adulti, specialmente se a farlo è un artista, è ritrovare la purezza e l’anima incondizionata di un atto gioioso. Non perdere la propria “bambinità”, sapersela riprendere quando si è ispirati da un’eco che dice: “Ritorno bambina per 9 minuti e 8 secondi…”. Questo lo spazio-tempo del video. “I piedini tra i petali” un tuffo nell’immaginario di un mondo fatato e sognato. Pinina Podestà

i piedini tra i petali

I piedini tra i petali

Quando ero bambina
camminavo un giorno d’inverno
con le scarpe della domenica,
e portavo un canto di gioia nelle tasche.
Non faceva freddo. Faceva il semplice esistere.
Mi accorsi della vita quando
la mia ombra si appoggiò a un albero,
poi affondai i piedini tra i petali e i velluti bianchi.

Quando ero bambina
ricordo la vastità sopra di me.
Quello era il cielo del 21 gennaio
e mamma mi regalò una galassia filata di zucchero.
Ma intanto dentro le tasche la neve diventava acqua
i vestiti si facevano pesanti e io
avevo paura di sciogliermi.
Mamma, dissi, sto diventando liquida.

Mamma, dissi, fammi stare con la mia ombra
seduta ai piedi dell’albero.
È secco, senza foglie e senza germogli.
Se mi sciolgo diventerò una preghiera d’acqua,
così lui fiorirà. Con il mio amore tornerà a vivere,
l’amore lo consegnerà all’universo, e nell’universo
l’albero della mia ombra sorgerà per la prima volta.
Quella luce così chiara sarà chiamata
La costellazione dei mandorli in fiore.

*

Stanotte mamma mi rincalzerà le coperte,
l’umido scomparirà improvvisamente.
Sentirò per sempre il suo amore, il suo calore
di lana. L’odore di talco tra le lenzuola, il suo viso di seta.
Sì, mamma, nel tuo bacio notturno riconoscerò
la mia pelle. Nel tuo pianto commosso – la mia acqua.

Fa caldo. Fa notte.
Tutto è uniforme memoria.

Nina Maroccolo
marzo/aprile 2014

*

I piedini tra i petali
poema di Nina Maroccolo, video Pinina Podestà, sonorizzazione di Gianni Maroccolo


Un omaggio di Roberto Matarazzo a Nina Maroccolo:

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6 risposte a "“I piedini tra i petali” poema di Nina Maroccolo. Video Pinina Podestà. Sonorizzazione Gianni Maroccolo."

  1. versi molto intensi. intenso soprattutto l’uso del verbo fare, un agire che è parte integrante e compimento dell’essere (“non faceva freddo”, “faceva il semplice esistere”,”i vestiti si facevano pesanti”, “fammi stare con la mia ombra”, “fa caldo”, “fa notte”). la memoria stessa *si fa* liquida in un divenire che bagna, che sfugge tra le dita, che piange commosso, ma che nel contempo è linfa vitale dell’ombra. “mamma sto diventando liquida” è un verso struggente, lo immagino in prospettiva, oltre al senso metaforico anche in senso metacronico (la mamma è già tornata alla terra e anch’io prima o poi la nutrirò, “preghiera liquida” che bagna e dà vita “all’albero della mia ombra”.) una visione circolare di vita e morte che senza voler essere per forza rassicurante trasmette calore (“sentirò per sempre il suo amore, il suo calore / di lana”) e che ci rammenta che, inevitabilmente, dando tempo al tempo, tutti saremo “uniforme memoria” nella voce liquida dei “leftovers”, ovvero di chi rimane, per dirla col titolo di una recente serie tv che è un piccolo capolavoro.
    molto psichedelico (e azzeccato) pure il video.

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  2. Il passato mitico dell’infanzia che si tinge di sogno e di fiaba, sospeso in immagini premonitrici della vita a venire e del suo inevitabile compimento nel tutt’uno dell’universo. Il tentativo di ricucire lo strappo dell’esistenza nel passaggio dal liquido primordiale. Lo struggente richiamo alla madre, quel “mamma” perentorio che si fa suono-guida, conforta e dà ordine all’ordito. Un piccolo componimento “epico” che trova un corrispettivo immaginifico nel video, altrettanto bello, di Pinina Podestà. Grazie Ninette!

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  3. Grazie infinite a Doris che mi ha fatto questa bella sorpresa:-)
    Un lavoro, quello dei piedini tra i petali che ho sempre sentito come incanto e stupore. La voce di bimba che torna sui propri passi rievocando quel cielo del 21 gennaio che l’ha vista nascere.

    MALOS >>> è vero! quell’uso del “fare” è presente in tutto il testo… Mi piace molto il suo uso poliedrico, è per me evocativo, e nell’evocazione c’è il nucleo del ricordo che “fa”.
    La pesantezza della neve nelle tasche è quel rischio di liquefarsi, perdersi d’acqua nel divenire che è già presente. Sono acque potenti, salvifiche, nutrimento *primordiale*… Ma lei intuisce la terribilità di un altro tipo di perdita: quella iniziale-iniziatica della Natura e di tutto ciò che palpita e vive. L’ombra è determinante in questa fase. L’ombra aiuta, l’ombra non va temuta, bensì integrata nelle successive incognite esistenziali: quel delicato passaggio che dall’infanzia arriva al mondo adulto tra mille alchimie.

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  4. Mentre la memoria si fonde nell’immaginario, nel ritorno, come unione epica, (sì, Abele caro!) tra il mondo dell’oltre e quello quotidiano.
    Tutto diventa straordinario con le risorse fanciulle, avvolgeranno di magia alberi e bambini, adulti e animali, universi soprani e mondi baritonali. Attente a soddisfare la visione di una galassia pronta a offrirti zucchero filato e altre ghiottonerie…

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  5. ROBERTO >>> il tuo acquerello! il tuo dono. Sono davvero felice che tu lo abbia ricordato:-))) Inoltre, e non è poco, sigilla anche un rapporto di conoscenza e di amicizia di lunghi anni… :-)))

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  6. Come non ringraziare PININA Podestà, che ha trasformato questo poema in epica visiva! Lei che conosce tutte le sfumature dell’alchimia pittorica, della videoart (e animazione), e che fa della *conoscenza* un irrefrenabile strumento creativo…
    Alla nostra amicizia, Pinina cara!
    Grazie di cuore.
    *
    Grazie a mio fratello Gianni MAROK Maroccolo, altro visionario che riesce ad arrivare alla poesia senza saperlo!!! Love*
    *
    Abele, Doris, Malos, Roberto e tutti gli amici di Neobar:
    vi abbraccio forte.
    Ogni Bene***

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