Una risposta a "Giancarlo Locarno: Morti di famiglia"
“la stanza” specchia l’inanimarsi del corpo, quasi ad entrare in risonanza con gli oggetti che la abitano. e d’altro canto, il tempo è bravo ad alitare polvere (per me che soffro di rinite allergica, ciò implica violente espirazioni in grado di disperdere all’intorno gocce di dolori antichi come grumi di catrame, rimasti intrappolati durante un giro di valzer tra un bronco e l’altro).
a volte, la sensazione è proprio quella: il bianco incredulo del foglio ti guarda fisso e attende speranzoso cerchi trovati di parole in grado di sporcarlo (di vita e di morte) o, almeno, di ricamarlo un po’ di fumo grigio.
così, alla fine, la sensazione è simile all’immagine beffarda dell’essere umano che financo morto e decomposto, ridotto ad ossa nude e bianche, riesce ancora a dire il falso, a sproloquiare versi ingannatori, siccome attesta l’osso pinocchiesco inesistente.
: ))
“la stanza” specchia l’inanimarsi del corpo, quasi ad entrare in risonanza con gli oggetti che la abitano. e d’altro canto, il tempo è bravo ad alitare polvere (per me che soffro di rinite allergica, ciò implica violente espirazioni in grado di disperdere all’intorno gocce di dolori antichi come grumi di catrame, rimasti intrappolati durante un giro di valzer tra un bronco e l’altro).
a volte, la sensazione è proprio quella: il bianco incredulo del foglio ti guarda fisso e attende speranzoso cerchi trovati di parole in grado di sporcarlo (di vita e di morte) o, almeno, di ricamarlo un po’ di fumo grigio.
così, alla fine, la sensazione è simile all’immagine beffarda dell’essere umano che financo morto e decomposto, ridotto ad ossa nude e bianche, riesce ancora a dire il falso, a sproloquiare versi ingannatori, siccome attesta l’osso pinocchiesco inesistente.
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