IN VETRINA
il disco del bimestre è “Aquarium” di Passion Pusher, one man band di James Gage, da Edinburgh (UK).
l’album è uno zibaldone lo-fi di intuizioni armoniche geniali a volte nude e appena abbozzate (tipo la traccia di apertura “Life In The Aquarium”), a volte celate dietro un velo di dissonanze vocali e/o strumentali (tipo “My Guy”, di cui il videoclip più sotto). Davvero un piccolo grande capolavoro di *imperfezionismo*, ovvero di quella ispiratissima forma d’arte musicale irripetibile e fuori dal tempo che partendo da Syd Barrett passa attraverso Meat Puppets, Sebadoh, Beat Happening e Guided By Voices per arrivare fino ai giorni nostri. Completano il tutto, testi d’una ironia graffiante (vedasi l’accostamento di “all I want is a civilised life like yours” col ritornello “into the acquarium… into the acquarium”)
(voto 8,5/10)
ALTRI ALBUM SEGNALATI
“Thought Garden” dei Deep State, band di Athens (USA) che suonano un indie-rock esploso iperdinamico di scuola Wavves e costruiscono canzoni in perenne equilibrio precario
(voto 7/10)
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“Second of Spring” dei Beaches, band di Melbourne (Australia) formata da 5 donne, tre delle quali chitarriste è un album di ben 17 tracce a cavallo tra shoegaze e ruvida psichedelia
(voto 7,5/10)
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“How Did I Find Myself Here” dei Dream Syndicate, storica band di Los Angeles (USA), portabandiera del paisley underground, torna dopo trent’anni di silenzio e non sbaglia un colpo
(voto 8/10)
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“School Damage”, album omonimo degli School Damage di Geelong/Melbourne (Australia), col loro organetto, un’attitudine pop-rock assolutamente originale e testi intelligenti
(voto 7,5/10)
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“New Kind Of Normal” delle Cayetana, band al femminile di Philadelphia (USA) si muove tra power-pop e rock classico senza suonare derivativo, acquisendo spessore anche grazie a testi “coheniani”
(voto 7,5/10)
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Una bella voce stonata e scanzonata quella di James Gage, cocktail micidiale con le “intuizioni armoniche” di cui parli. Piaciuti anche i Dream Syndicate e soprattutto gli School Damage.
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Tutti gruppi molto interessanti, album da ascoltare e riascoltare per apprezzarne sempre più le soluzioni creative, grazie Malos per il musicazzotto nell’orecchio!
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@Abele: che ne pensi del video di “Circles”? devo confessare che mi ha addirittura commosso (la decostruzione dell’immagine che ti impone di ricostruire, il “ponte” coi due che pare staccarsi dall’edificio, le esplosioni floreali, il system error…) e senza volere s’intona alla perfezione col tema antropocene/ecocriticism, no?
@ciglie: prego! e grazie a te : )
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Sì, alla perfezione, malos. L’ho rivisto con più attenzione, terrificante: abbottonato nei reticoli del virtuale e del reale, il passato sfuma in macerie, indistinto dal presente, edifici che diventano schede perforate, fredde lapidi. Notevole davvero.
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Ho trovato i testi di tutti tranne che di “Aquarium” e degli “School Damage”…con il testo che fa da guida la musica si valuta molto meglio.
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