SPIGA NEL DESERTO
Corpi irrisi, larve umane
nella desolazione più totale.
Volti deturpati dall’indigenza,
guance scavate, una dignità intatta.
Quell’uomo imponente, ma svuotato
anche della più piccola gioia,
è figlio della guerra.
Si regge appena, brandello d’uomo.
Spiga nel deserto,
domani correrai leggiadro e forte
perché hai saputo perdonare.
RECLUSIONE
Virgulti inceneriti
in aride urne di freddo
incorporate in quel luogo
di pianto e di orrore.
Grate
a chiuder quelli
che furono i tuoi bisogni,
e dopo vorrai
ancora soffrire.
Tu impallidita
dal tempo dei ricordi
dovresti cantare
per sorridere ancora.
…
Belle queste liriche di Rina Accardo! Lasciano senza fiato perché in pochi versi condensano il dolore e la speranza; l’angustia e la via di un possibile riscatto…
Un cordiale saluto,
Rosaria Di Donato
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