I begli occhi del ladro
E’ presa la vena, carezzala, fa
arco col braccio, appanna il lume, luce
celeste brilla una febbre sul braccio;
scalda l’anima copri lo specchio, fa
che una coltre allontani le voci, la
lamina d’argento s’è scaldata, è
la bianca fiamma che adesso mescola
a una gocciola che tersa traspare
la bianca bianca eroina, la vena
è radice il laccio stringe l’ago
riluce brilla buca il braccio, brina
scioglie che sulle ciglia brillava, va
in vena, è il momento del mantice, la
misura di sidro che versa dal calice,
son chiusi i begli occhi del ladro.
Beppe Salvia
E’ una poesia di spaventosa bellezza. Questi versi mi tornano a ondate, come un’ossessione. E’ l’idea di una poesia che se ne frega di tutto, coltivata come una droga, una malattia, una sfida. Tanti testi di Salvia, specialmente quelli di Cuore (cieli celesti) nascono chiaramente da allucinazioni da eroina, un po’ come certi disegni di Andrea Pazienza.
Claudio Borghi
Claudio Borghi è nato a Mantova nel 1960. Laureato in fisica all’Università di Bologna, insegna matematica e fisica in un liceo mantovano. Ha pubblicato diversi articoli scientifici su riviste specializzate nazionali e internazionali, in particolare sul concetto di tempo e la misura delle durate secondo la teoria della relatività di Einstein. Presso l’editore Mimesis sono usciti, nel 2018, i due saggi Dagli orologi al tempo e Il tempo generato dagli orologi. Ha pubblicato le raccolte di versi e prose Dentro la sfera (Effigie, 2014), La trama vivente (Effigie, 2016) e L’anima sinfonica (Negretto, 2017). Di recente pubblicazione (dicembre 2018) l’antologia bilingue di versi e prose The still flight, tratta dai tre volumi editi, con alcuni inediti, presso l’editore newyorkese Chelsea Editions.