La sciarpa dimenticata
Rossa rossa stravistosa
diceva lampeggiando:
“Leopoldo verrà a riprendermi
-è questione di tempo;
sopportatemi, per favore”.
Poi, con più fervore:
“Lasciatemi qui in vista, sulla cappelliera;
bianca di tempo impolverata
non me la passo male;
mi gusto più l’idea di essere ritrovata!
E poi, in fondo,
sono la sua presenza che attende di tornare;
perché lui tornerà;
lui stava bene in questa casa.
Custodita così
sono un’ipotesi d’amore
-forse di più, un colore che la scalda”
*
Quando seppi che per qualche misteriosa ragione
Quando seppi che per qualche misteriosa ragione
si portava a letto -bella vuota- la sua borsa
d’acqua calda in piena estate, chiamai a raccolta
un manipoletto di parole poliziotte ma discrete
e le spedii per una spiegazione
Lui le accolse nel salotto buono della mente
e in piena luce le presentò a quattro consorelle
acchiappate di getto dopo un amen in aerea sospensione
Appena le parole fecero amicizia ne uscirono scintille
che divennero subito rogo di tenera vertigine,
con il pudore che andava a farsi benedire…
Vi distinsi un tremito di voce mai ascoltato prima
-forse di più, il crepitio veloce di quattro passi in paradiso.
Mi dissero, partendo da quegli occhi:
-Me la portava mia madre, tutte le sere,
prima che morisse. Faceva un freddo cane
ma ne faceva a meno, e non voleva storie.
Sai com’è, io le ho voluto bene…
E non ho più smesso
Leopoldo Attolico (Roma, 5 Marzo 1946), ha pubblicato, a partire dal 1987, sette titoli di poesia e quattro plaquettes in edizioni d’arte. A partire dalla seconda metà degli anni ’90, la sua attenzione è stata rivolta ad una classicità intesa come chiarezza di significati, con inserti di giocosità, ironia/autoironia e senso del paradosso. I testi presentati fanno parte della raccolta Si fa per dire, Tutte le poesie, 1964-2016, Marco Saya Editore, 2018.
Gran signore della poesia, Leopoldo Attolico, un dandy per la precisione. Verso di sobrietà raffinata, tagliente. Da flâneur che va per la sua strada, porta le parole a spasso controcorrente.
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Ironico e tenero, Leopoldo Attolico scrive poesie per divertimento, ma intrise di calda umanità e di colore.
Lo leggo sempre con piacere e “per qualche misteriosa ragione” lo ritengo un arguto maestro della parola.
Complimenti!
Rosaria Di Donato
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Leopoldo Attolico sa fare poesia.
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L’ha ribloggato su RIDONDANZEe ha commentato:
Un signorile silenzio.
Parole che al contrario significano.
“Lei mi significa ciò!”
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Un grande abbraccio, Leopoldo.
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un autore che andrebbe riletto, e riletto e poi financo portato a riletto, nel freddo cane della poesia del ueb 3.0.
sapete cosa? non vi siete accorti che, al di là della maestria della parole *racconta storie*?
strano. davvero strano…
: )
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