Ho avuto l’occasione di incontrare Ernesto Cardenal “prete, poeta e rivoluzionario” all’inizio degli anni 80 all’università di Milano, quando come ministro della cultura del primo governo sandinista del Nicaragua compì un tour negli atenei europei, con il fratello Ferdinando, gesuita e ministro dell’istruzione, con la speranza che tra gli studenti e i professori qualcuno volesse trasferirsi a lavorare in Nicaragua e aiutare il paese con del lavoro qualificato, nella ricostruzione del tessuto sociale e culturale dopo la dittatura di Somoza.
Anche allora conoscevo già Cardenal come poeta, per aver letto il volume, piuttosto corposo, della Feltrinelli “Poeti i ispanoamericani contemporanei” (1970), a cura e con le traduzioni di Antonio Porta e Marcelo Ravoni, ricordo che rimasi profondamente toccato dalla sua “Preghiera per Marilyn Monroe”. Un mio compagno di corso ci è poi andato in Nicaragua, e mi ha fatto avere questo libretto autografato dal poeta.
Cardenal, che è stato un allievo di Thomas Merton, Trappista come lui, si è successivamente distaccato dal governo sandinista di Daniel Ortega, accusandolo di usare proprio i metodi dittatoriali che avevano combattuto assieme, e per questo fu costretto a subire anche diverse persecuzioni, anche Leonardo Boff lo scorso anno si è espresso chiaramente nel condannare il governo del Nicaragua: “Resto perplesso per il fatto che un Governo che ha guidato la liberazione del Nicaragua, possa imitare le pratiche dell’antico dittatore. Il potere esiste non per imporsi sul popolo, ma per servirlo in giustizia e pace”.
Il volumetto, che ha una postfazione della Teologa Dorothee Sölle, è ricco di fotografie, in particolare di Marcus Werners e delle agenzie Magnum e Transglobe,
e ha un’impaginazione giocata sull’interazione tra immagine e caratteri stampati, che mi ricordano alcuni lavori usciti dall’officina di Warhol.
Riporto il testo originale ricomposto in parte anche con le pagine del libro, e la traduzione in italiano di Antonio Porta e Marcelo Ravoni.
y que ahora se presenta ante Ti sin ningún maquillaje
sin su Agente de Prensa
sin fotógrafos y sin firmar autógrafos
sola como un astronauta frente a la noche espacial
Ella soñó cuando niña que estaba desnuda en una iglesia (según cuenta el Times)
ante una multitud postrada, con las cabezas en el suelo
y tenía que caminar en puntillas para no pisar las cabezas
Tú conoces nuestros sueños mejor que los psiquiatras
Iglesia, casa, cueva, son la seguridad del seno materno
pero también algo más que eso
Las cabezas son los admiradores, es claro
(la masa de cabezas en la oscuridad bajo el chorro de luz)
Pero el templo no son los estudios de la 20th Century-Fox
Y su sueño fue realidad (pero como la realidad del tecnicolor)
Ella tenía hambre de amor y le ofrecimos tranquilizantes
Para la tristeza de no ser santos
se le recomendó el Psicoanálisis
Recuerda Señor su creciente pavor a la cámara
y el odio al maquillaje insistiendo en maquillarse en cada escena
y cómo se fue haciendo mayor el horror
y mayor la impuntualidad a los estudios
Como toda empleadita de tienda
soñó ser estrella de cine
Y su vida fue irreal como un sueño que un psiquiatra interpreta y archiva
Sus romances fueron un beso con los ojos cerrados
que cuando se abren los ojos
se descubre que fue bajo reflectores
¡y se apagan los reflectores!
Y desmontan las dos paredes del aposento (era un set cinematográfico)
mientras el Director se aleja con su libreta
porque la escena ya fue tomada
O como un viaje en yate, un beso en Singapur, un baile en Río
la recepción en la mansión del Duque y la Duquesa de Windsor
vistos en la salita del apartamento miserable
La película terminó sin el beso final
La hallaron muerta en su cama con la mano en el teléfono
Y los detectives no supieron a quién iba a llamar
Fue
como alguien que ha marcado el número de la única voz amiga
y oye tan solo la voz de un disco que le dice: WRONG NUMBER
O como alguien que herido por los gangsters
alarga la mano a un teléfono desconectado
Preghiera per Marilyn Monroe
Signore
accogli questa ragazza conosciuta in tutto il mondo con il nome di Marilyn Monroe
nonostante non fosse questo il suo vero nome
(ma Tu conosci il suo vero nome, quello dell’orfanella violentata a 9 anni
e la piccola commessa che a 16 aveva voluto uccidersi)
e che ora si presenta a Te senza nessun maquillage
senza il suo Addetto Stampa
senza fotografi e senza firmare autografi
sola come un astronauta davanti alla notte spaziale
Lei sognò da bambina che si trovava nuda in una chiesa
(secondo il racconto del Time)
davanti a una moltitudine prostrata, il capo sul pavimento
e doveva camminare in punta di piedi per non pestare le teste.
Tu conosci i nostri sogni meglio degli psichiatri.
Chiesa, casa, antro, sono la sicurezza del seno materno
ma anche qualcosa più di questo…
Le teste sono gli ammiratori, è chiaro
(la massa di teste al buio sotto il torrente di luce).
Ma il tempio non sono gli studi della 20th Century Fox.
Il tempio – in marmo e oro – è il tempio del suo corpo
nel quale c’è il Figlio dell’Uomo con una frusta in mano
che scaccia i mercanti della 20th Century Fox
che hanno fatto della Tua casa di preghiera un antro di ladri.
Signore
in questo mondo contaminato dal peccato e dalla radioattività
Tu non incolperai soltanto una piccola commessa
che come tutte le piccole commesse ha sognato di essere una stella cinematografica.
E il suo sogno divenne realtà (ma come la realtà del tecnicolor).
Non ha fatto che mettere in atto il copione che le avevamo dato
– Quello delle nostre stesse vite – Ed era un copione assurdo.
Perdonala Signore e perdonaci
per la nostra 20th Century
per questa Colossale Super-Produzione a cui tutti abbiamo lavorato.
Lei aveva fame di amore e le abbiamo offerto tranquillanti,
per la tristezza di non essere santi
le fu raccomandata la Psicoanalisi.
Ricorda Signore la sua paura crescente della macchina da presa
e l’odio per il maquillage – insistendo a truccarsi per ogni scena –
e in che modo l’orrore divenne sempre più grande
e più grande la mancanza di puntualità negli studi.
Come ogni piccola commessa
ha sognato di essere una stella cinematografica.
E la sua vita fu irreale come un sogno che uno psichiatra interpreta e archivia.
I suoi amori furono un bacio ad occhi chiusi
che quando gli occhi si aprono
si scopre che è stato sotto i riflettori
e spengono i riflettori!
e smontano le due pareti della stanza (era un set cinematografico)
mentre il Regista si allontana col suo taccuino
perché la scena è ormai stata girata.
O come un viaggio in yacht, un bacio a Singapore, un ballo a Rio
l’esser ricevuta nella dimora del Duca e della Duchessa di Windsor
visti nel salottino dell’appartamento miserabile.
Il film è finito senza il bacio finale.
La trovarono morta sul letto con una mano sul telefono.
E i due detectives non riuscirono a sapere chi voleva chiamare.
Fu
come uno che abbia composto il numero dell’unica voce amica
e sente soltanto la voce di un disco che dice: WRONG NUMBER.
O come uno che ferito dai gangsters
che allunga la mano verso un telefono staccato.
Signore
chiunque sia stato quello che voleva chiamare
e non chiamò (e forse non era nessuno
o era Qualcuno il cui numero non si trova sull’elenco di Los Angeles)
rispondi Tu al telefono!
Grande poesia, grande poeta. Grazie Giancarlo anche per le immagini del volumetto autografato!
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“il potere esiste non per imporsi sul popolo, ma per servirlo in giustizia e pace”. tanto lapalissiano quanto scomodo e rivoluzionario il Cardenal-pensiero, cosa che mi rende subito istintivamente simpatico il prete-poeta sospeso a divinis e poi “graziato” (dal *potere* temporale e spirituale della chiesa, ma solo quando, ormai inoffensivo era “malato e confinato a letto”, eh, eh…).
i versi non so, non mi prendono troppo, come pure non mi avevano emozionato in modo particolare le poesie dei centotrenta (centotrenta!) poeti per Marilyn, segnalate in un vecchio post di Neobar. chissà quali superpoteri possiedono i poeti, non smetto mai di domandarmi, per farsi ispirare così tanto da parole e persone astratte…
immaginario poetico collettivo?
: )
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morto un papa se ne fa una altro, ma il Cardenal resta!
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GRAZIE !!!!!!!
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