Adalgisa Nery tradotta da Emilio Capaccio

Che colpa avevo di vivere lealmente le realtà
del mio mondo governato dai miei sensi?
A. N.

 

Adalgisa Nery (Rio de Janeiro, 29 ottobre 1905 – Rio de Janeiro, 7 giugno 1980) è stata una poetessa, scrittrice, giornalista e politica brasiliana.

Pubblicò la sua prima raccolta di poesie, intitolata Poemas, nel 1937.

L’opera, dalle chiare connotazioni moderniste, fu accolta favorevolmente da parte della critica, oltre che da molti intellettuali contemporanei, in special modo dai poeti Murilo Mendes e Manuel Bandeira.

Nel 1940 sposò il diplomatico Lourival Fontes, con il quale, nominato ambasciatore, visse per qualche tempo in Messico.

Qui conobbe Diego Rivera, Frida Kalho e alcuni fra i più importanti pittori e intelletuali messicani.

Ricevette l’‘Ordine dell’Aquila Atzeca’, il più alto riconoscimento concesso agli stranieri da parte dello stato messicano, per servizi umanitari resi in numerose conferenze sulla figura di Juana Inés de la Cruz.

Dopo la separazione dal marito, avvenuta nel 1953, intraprese la carriera politica.

Venne eletta deputata nel Partito Socialista Brasiliano, nel 1960, ma in seguito al golpe militare del 1964, promosso dai governatori di alcuni stati brasiliani, i partiti politici di opposizione vennero dichiarati illegittimi e alla Nery venne proibito di esercitare i suoi diritti politici per 10 anni.

Morì in una casa di riposo di Rio de Janeiro, all’età di 75 anni, nella più completa solitudine.

Tra le opere più importanti si annoverano le raccolte di poesia: A Mulher Ausente (1940), Ar do Deserto (1943), As Fronteiras da Quarta Dimensão (1953); le raccolte di racconti: Og (1943), 22 menos 1 (1973); i romanzi: A Imaginária (1959), Neblina (1972).

Articolo e Traduzioni di Emilio Capaccio     

 

CIMITERO ADALGISA

Vivono in me
Fondali marini, stelle del primo mattino,
Isole, scheletri d’animali,
Nubi che non entreranno nel cielo,
Ragioni morte, perdoni, condanne,
Gesti di protezione incompleta,
Il desiderio del mio sesso
E la volontà di attingere la perfezione.
Le adolescenze troncate, vecchiaie trattenute,
Le braccia di Abele e le gambe di Caino.
Sento che non vivo.
Sono vissuta dalle cose come il cimitero
è abitato dai corpi.
Vivono in me
Generazioni, allegrie in embrione,
Vaghi pensieri di perdono.
Come nel cimitero
Vive in me il frutto putrido,
che il seme feconda ripetendo la vita
Nel ritmo sereno dell’Origine.
Vita e morte,
Terra e cielo,
Putridume, germinazione,
Distruzione e creazione.

(da Poemas, 1937)

 

CEMITÉRIO ADALGISA

Moram em mim
Fundos de mares, estrelas-d’alva,
Ilhas, esqueletos de animais,
Nuvens que não couberam no céu,
Razões mortas, perdões, condenações,
Gestos de amparo incompleto,
O desejo do meu sexo
E a vontade de atingir a perfeição.
Adolescências cortadas, velhices demoradas,
Os braços de Abel e as pernas de Caim.
Sinto que não moro.
Sou morada pelas coisas como a terra das sepulturas
É habitada pelos corpos.
Moram em mim
Gerações, alegrias em embrião,
Vagos pensamentos de perdão.
Como na terra das sepulturas
Mora em mim o fruto podre,
Que a semente fecunda repetindo a vida
No sereno ritmo da Origem.
Vida e morte,
Terra e céu,
Podridão, germinação,
Destruição e criação.

 

POESIA NATURALE

Apro gli occhi, non ho visto nulla
Chiudo gli occhi, ho visto tutto.
Il mio mondo è molto grande
E tutto quel che penso accade.
Quella nuvola lassù?
Io sono là,
Lei sono io.
Ieri con quel calore
Salii, mi condensai
E se il calore aumenta, pioverò e cadrò sulla terra.
Apro gli occhi, vedo un mare,
Chiudo gli occhi e sono il mare.
Quell’alga che fluttua, in cerca dello scoglio?
Io sono là,
Lei sono io.
Mi stancai del fondo del mare, mi sollevai, mi lasciai andare.
Quando la marea s’abbassa, mi seccherò sulla sabbia,
Più tardi m’accoglierò in polvere.
Apro gli occhi un’altra volta
E vedo la grande montagna,
Chiudo gli occhi e commento:
Quella pietra che dorme, fissa nel tempo,
Che riceve pioggia e sole, che si sgretola al vento?
Io sono là,
Lei sono io.

(da Poemas, 1937)

 

POEMA NATURAL

Abro os olhos, não vi nada
Fecho os olhos, já vi tudo.
O meu mundo é muito grande
E tudo que penso acontece.
Aquela nuvem lá em cima?
Eu estou lá,
Ela sou eu.
Ontem com aquele calor
Eu subi, me condensei
E, se o calor aumentar, choverá e cairei.
Abro os olhos, vejo um mar,
Fecho os olhos e já sei.
Aquela alga boiando, à procura de uma pedra?
Eu estou lá,
Ela sou eu.
Cansei do fundo do mar, subi, me desamparei.
Quando a maré baixar, na areia secarei,
Mais tarde em pó tomarei.
Abro os olhos novamente
E vejo a grande montanha,
Fecho os olhos e comento:
Aquela pedra dormindo, parada dentro do tempo,
Recebendo sol e chuva, desmanchando-se ao vento?
Eu estou lá,
Ela sou eu.

 

MI MALEDICO

Che esplodano nei cieli i tuoni, i lampi,
Che le nubi si frantumino
E le montagne si sgretolino.
Che le stelle s’appannino
E il sole si spenga perché il mio corpo non abbia ombra.
Che le correnti marine
Si carichino le mie braccia per fetide spiagge
E il vento impedisca alle mie ginocchia di curvarsi.
Che il raggio fulmini l’unica parola buona che avevo.
Che i miei occhi imputridiscano
E si trasformino in acqua
Perché non vadano al di là delle radici
Che lo sputo dei vulcani
Sotterri il mio sesso
Che i vermi fuggano la mia carne
E la polvere si levi fuggendo prima che io passi
Che l’odore della mia bocca
Secchi il grano sottoterra
E i miei capelli servano da corda agli impiccati
Che la mia lingua s’avvolga annerita nella mia gola
E mi dica le ingiurie più grandi
Che la terra sia squarciata
Come il ventre di una donna
Che la distruzione assoluta
Discenda sul mio corpo, i miei sensi,
Il mio spirito, il mio passato
Il mio presente, il mio futuro
E sleghi la mia origine
Dalla memoria degli uomini.

(da Erosão, 1973)

 

EU ME MALDIGO

Que estalem nos céus os trovões, os relâmpagos,
Que as nuvens se estilhacem
E as montanhas se rachem.
Que as estrelas se embaciem
E o sol se apague para que meu corpo não tenha sombra.
Que as correntes marítimas
Carreguem meus braços para as praias fétidas
E o vento impeça meus joelhos de se dobrarem.
Que o raio fulmine a única palavra boa que eu tinha.
Que meus olhos se apodreçam
E se transformem em água
Para que não se levantem além das raízes.
Que a gosma dos vulcões
Soterre meu sexo,
Que os vermes fujam da minha carne
E o pó se levante fugindo antes de eu passar.
Que o cheiro de minha boca
Resseque o grão embaixo da terra
E meus cabelos sirvam de corda para os enforcados.
Que minha língua se enrole enegrecida dentro de minha garganta
E me diga as maiores injúrias.
Que a terra seja fendida como um ventre de mulher,
Que a destruição absoluta
Desça sobre meu corpo, meus sentidos,
Meu espírito, meu passado,
Meu presente, meu futuro
E liberte minha origem
Da lembrança dos homens.

 

POESIA AL SILENZIO

Silenzio, coprimi il pensiero e il cuore
Coprimi il corpo di desiderio degli uomini
E la mia ombra di luce del sole
A te copra la memoria dei miei passi
E il suono della mia voce
Coprimi la carità e la fede
La volontà di morire e anche di vivere
Sdraiati sulla tinta dei paesaggi
Frapponiti nel mio respiro e nel mio ammiccare
Coprimi fin dall’ora del mio concepimento
Avvolgiti nel doppio di me stessa
Mutami in frammento di te
Penetra nel mio principio e nella mia fine,
Coprimi bene con tanta ampiezza e intensità
Che io possa essere dimenticata
E dimenticare tutta l’eternità!

 

POEMA AO SILÊNCIO

Silencio, cobre meu pensamento e o meu coração
Cobre o meu corpo do desejo dos homens
E a minha sombra da luz do sol
Cobre a te a lembrança dos meus passos
E o som da minha voz
Cobre a minha caridade e a minha fé
A vontade de morrer e também a de viver
Estende-te sobre o colorido das paisagens
Interpõe-te na minha respiração e no meu pestanejar
Cobre-me desde o início da minha concepção
Enrola-te no duplo de mim mesma
Transforma-me em fragmento de ti próprio,
Penetra no meu principio e no meu fim,
Cobre-me bem, com tanta amplitude e intensidade
Que possa eu ser esquecida
E me esquecer por toda a eternidade!

 

POESIA DELL’INNAMORATA

Io ti amo
Prima e dopo tutti gli accadimenti
Nella profonda immensità del vuoto
E a ogni lacrima dei miei pensieri.
Io ti amo in tutti i venti che cantano,
In tutte le ombre che piangono,
Nell’estensione infinita dei tempi
Fin al luogo in cui vivono i silenzi.
Io ti amo
in tutte le trasformazioni della vita,
In tutti i cammini della paura
Nell’angoscia della volontà perduta
E nel dolore che si veste in segreto.
Io ti amo
In tutto quello in cui sei presente,
Nello sguardo delle stelle che ti compiono
E in tutto quello in cui ancora sei assente.
Io ti amo
Sin dalla creazione delle acque, sin dall’idea del fuoco
E ancor prima del primo riso e del primo dolore.
Io ti amo perdutamente
Sin dalla grande nebulosa
Anche dopo che l’universo cadrà su di me
Soavemente.

(da As Fronteiras da Quarta Dimensão, 1951)

 

POEMA DA AMANTE

Eu te amo
Antes e depois de todos os acontecimentos
Na profunda imensidade do vazio
E a cada lágrima dos meus pensamentos.
Eu te amo
Em todos os ventos que cantam,
Em todas as sombras que choram,
Na extensão infinita dos tempos
Até a região onde os silêncios moram.
Eu te amo
Em todas as transformações da vida,
Em todos os caminhos do medo,
Na angústia da vontade perdida
E na dor que se veste em segredo.
Eu te amo
Em tudo que estás presente,
No olhar dos astros que te alcançam
E em tudo que ainda estás ausente.
Eu te amo
Desde a criação das águas,desde a idéia do fogo
E antes do primeiro riso e da primeira mágoa.
Eu te amo perdidamente
Desde a grande nebulosa
Até depois que o universo cair sobre mim
Suavemente.


Una risposta a "Adalgisa Nery tradotta da Emilio Capaccio"

  1. mi ha colpito soprattutto “cimitero Adalgisa”, specie i due versi finali: “Podridão, germinação, / Destruição e criação.” scarnificati, potenti e significanti. il resto della produzione è più lontano dal mio sentire, quindi non so.

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