4 risposte a "L’Uomo con il cappello di polvere – monologo teatrale di Vittorio Bittarello"

  1. un occhio-obiettivo ottimamente tradotto in fotogrammi di parole.
    ad esempio il passo “I fili da stendere al sole / Sul muro si replicano” possiede una potenza visiva evocativa ragguardevole.
    precipitando oltre, mi ha colpito più d’ogni altra cosa il nitore poetico minimale (quasi naif) della parte finale di Esteno Giorno Mattina: “Una camicia appesa ai fili / Passeggia su un terrazzo / Intermittente / Sui rumori del vento / Il campanile / Il cielo / Un cirro / Due cirri / Tre cirri / Un drago”
    : )
    da ultimo, notevole pure lo “slow motion” di Esterno Giorno Ore 13:00: “Pausa / Normalità / Di un paese / Così affollato / Starlet sul suo volto / Prima immobile / Poi un piede / La gamba / Una mano / Tornò ritto / Ammaccato / Raccolse i pezzi / E il cappello pieno di polvere”.
    nel complesso, un flusso di immagini davvero liquido, che nel mentre scorre sfuggente (pare una cascata) per contro riesce a immortalare ogni singolo spruzzetto/gocciolina: un gioco di prestigio d’alta classe.
    il piano olfattivo, se posso permettermi, forse non è sviluppato tanto quanto quello visivo (cosa peraltro naturale, trattandosi di un “portfolio fotografico”), ma è comunque presente (profumo di gelsomino, di curry, di moka, odore angusto di lana bagnata, naftalina) e ciò contribuisce a rendere il portfolio tridimensionale.
    my compliments.

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