“La poesia della vita” di Monica Baldini – con recensione di Plinio Perilli

Lettura di Monica Baldini
Monica Baldini

FANO (PU) – Pregare come sorridere è certo intendimento garbato, letizia già in atto ma c’è qualcosa di fermo e dolce che sempre mi con-vince, nelle poesie/preghiere e palpitanti prose liriche dell’ultimo libro di Monica Baldini: “La Poesia della Vita” edito da Tau Editrice da oggi 9 luglio presente nelle librerie e nei siti on line, che parla alla Natura come parlasse a se stessa, e a se stessa sussurra un canto inesauribile alla Vita:

   I crucci sono briciole

  nell’immensità e mirabili prove

   per rafforzarti. Per

   liberarti. Scegli Lui,

   sembra ripetere il Cielo.

   Scegli Gesù. Senza pena

   e angoscia. Senza timore,

   Invocalo.

Lei che è marchigiana, di Fano, non lontano da Ancona, e ha sempre linfa leopardiana dentro le sue care, inquiete e poi pacificate vene di ragazza di oggi, bella e sana dentro di poesia, caparbiamente mira a far paesaggio – a illimpidire il paesaggio, e lo sguardo che lo attraversa, vi si conduce – perché è quel canto stesso che lo redime, quella preghiera in palpito, che l’entusiasma di vento, d’una ariosa azzurrità che veste (o di grazia svela) amore interiore; ed anche le parole, le guida, le snuda alla luce, al sole che è ancora più bello e necessario se dono alfine d’una giornata. Ogni verso di Monica è carezza e fedeltà alla vita, al nostro congenito patto d’amore. Giungono, confortano poi le luci delle case come vere e proprie finestrelle d’anima. Fuori, nei campi veri che escono dalla pagina o da ogni quadro e foto d’intensità, vivono e s’inebriano i girasoli che Montale coltivava, immetteva nella poesia d’inizio ‘900 (Ossi di seppia, 1925). Ma non si beano più impazziti di luce, maestosi di sole: perché questa volta, per Monica, i veri girasole che “sentiamo”, e viviamo dentro, devono essere capaci di ritrovare nell’intimo quella necessità, quel lucore insieme quotidiano e d’universo: “solo nutrendoci come girasoli della luce feroce e feconda possiamo voltarci dal lato luminoso pieno di essenza altra“…Lei parla e coglie Dio in un tramonto e in un paio d’ali che risalgono vento e spazio e luce d’orizzonte:

   Sono uscita,

   t’ho visto nel cielo

   che la riva lambisce,

   nei gabbiani

   che volano e gracchiano.

   Negli uccelli del mare e

   nei suoi colori.

Adorabile, il modo semplice e dolce con cui Monica passa dalla poesia alla prosa, e viceversa. “Prosa nutrice del verso”, la diceva Leopardi (“più adatta del verso alla poesia contemporanea”)… Ma qui c’è un oltre che conta, pesa: ed è l’essenza, il ruolo della Fede. Un oltre illetterario, ardimentoso e interiore, che invece rifonda, rifiorisce poesia. Emozione e pensiero, la ragione che si rinnega e torna purissimo pathos, libertà dello sguardo, e respiro in cadenza, affannato cuore pulsante:

   Paradiso

   di celesti, riflessi e dorati

   dipinti stesi sull’orizzonte

   infinito senza finitudine.

Monica riesce ad essere poetessa di pura fede senza eccedere nei canoni spirituali, né privilegiare gli spesso sterili sorvoli o trasvoli letterari.

   La bellezza

   eccelsa nei tramonti,

   non è arte umana.

   …    quell’incanto

   che ferma tutto di una pace non

   terrena, che strappa al mondo

   uno scatto come rubato e restituisce

   un senso che subodoro sapere di Cielo.

Monica ha connesso la sua vita, la sua fede, il suo futuro ed una irrinunciabile voglia di Luce che è Amore.

  Amare è ogni

  respiro per l’eterno

  attimo consumato

  non sprecato.

Continua:

   “… L’amore così invisibile e così vero, così concreto ed astratto muove ogni passo come nel neonato che impara a parlare. È una forza immane, un vettore che colpisce e unisce, che crea miracoli nei cuori aprendoli in un giardino di maggio alle bellezze tutte. …”

Oggi, fra poco; l’altro ieri, o dopodomani con l’innocenza e il fervore dei bambini, che sono quasi incoscienti, ma la coscienza la rifondano, la riaggregano, come un gioco serissimo, scrive:

   “… La vita impone di crescere di passare da bambini a grandi ma il come non lo svela, non lo dice neppure sussurrandolo all’orecchio e lo insegna con gli accadimenti. …”

Con Monica, la poesia accade. Un verso è dunque un credo, ed un messaggio saldissimo e noi siamo il percorso. Coi suoi segreti loquaci, di silenzi e parole. ..Amore tu crei mai disfi tu rinnovi 

Plinio Perilli

Plinio Perilli


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