
Vita Corre senza intendimento con un volo indiavolato verso un destino inconosciuto corre senza governo come un destino non segnato in un volo cieco e sfrenato Repleto Di muri crollati e cineseria di situazioni da de jà vu di miti morti e copisteria di ansie, stress e tabù di morali borghesi e salamelecchi di caroselli e giostra dell’ipocrisia di false fedi e dèi bacucchi di fumoserie e gran ballo dell’utopia La vita facile La vita facile non è per me ci prova, ritenta, insiste si rialza, gioca di rimando riprova ancora, finge uno scarto ricade, mi prende alla lontana la vita facile non è con me Tutto niente Si frantuma il ricordo del passato insieme alla speranza del futuro In un buco nero spariscono casa, famiglia secoli, gloria, tradizioni, riti, preghiere ali e radici, sommovimenti dell’anima in un tutto niente, presente à jamais Tran tran La vita ordinaria, qualcosa di trascurabile è il fastidioso ronzio di un insetto un mal di testa, l’ulcera, una rinite è il tran tran quotidiano la malinconia ricacciata nel profondo La vita ordinaria, qualcosa di rinviabile Free zone È il baccanale del mondo la strada che chiama, il buio che promette nella playstation della notte altri volti, lungo i pixel degli schermi che ci irradiano e rifrangono nella free zone della notte Quisque faber est Un momento appeso quando il dolore cede il passo alla nostalgia di un mezzo pomeriggio al lento fluire senza memoria al pigro scorrere senza storia di questa avventura che chiami vita Ognuno è artefice del proprio destino The number you have done is not available Scompaiono il vero e il falso non restano che gli attimi nel turbinio dell’andare nel carnevale della vita nella giostra dei secoli squilla il telefonino Flebotomia Slombato, sfinito, il giorno neppure un’imprecazione smuove l’ozioso passare delle ore Svenato, indolente, il cielo in un tramonto dissanguato senza una scia se ne muore La vita ingarbugliata E la vita si ingarbuglia come il gomitolo scarruffato di un gatto come una matassa di cui non si trova il bandolo come il punto indefinito, una bussola impazzita una pista inzaccherata, una stanza abbuiata “prego signore, quarto piano, stanza 12”
“nella playstation della notte altri volti, lungo i pixel degli schermi che ci irradiano e rifrangono nella free zone della notte ”
Davvero la free zone di un mondo invisibile che estranea e piace perché rende giocosi bambini spensierati. Davvero quella visuale che non afferri ma riempie e dice che sei in una libertà propria garantita e perciò piace, rilassa, chiaramente lo si legge nel rinfrancare.
Grazie !
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Grazie a te dell’attenzione, monica
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