Novembre
Sono nato nel freddo di novembre,
mentre il vento bussava alle pareti
di un ospedale a nord di Burgwedel.
Non sapevo ancora il dolore
di vivere a metà
nel chiaro-scuro dell’infanzia.
Non sapevo la fatica dello stare
da solo nell’orto del cortile,
il mio cognome orfano di padre,
quella voce di madre mancata
e il suo casino d’inchiostro,
quella dannata colpa di solitudine.
*
Memoria tattile
Stanza dal sonno pesante questa
in cui mostri e acrilico litigano nella notte;
mentre l’ansia si getta alle caviglie
e non mi serra le palpebre del dormire
tu mi appari e sei memoria tattile
di fronte - gergo di fotografia -
odore misto di fogliame e pane:
quello che sfornavi quando avevo fame.
*
Quarantena
Rannicchiato all’angolo del letto,
in quarantena da giorni e non mai uscito.
Là fuori è un groviglio di ombre,
di nuvole sparse che tengono il respiro.
Mi alzo, e chiedo al giorno di informarmi,
di chiamarmi quando è pronta la luce.
*
Lorenzo Mele nasce in Germania nel 1997. Ha pubblicato le raccolte Tu mi abbandoni (Edizioni La gru, 2018) e Dove non splendi (Controluna, 2019). Suoi versi sono apparsi su Inverso, Poesia del nostro tempo, L’altrove, ClanDestino, Leggere Poesia, Le stanze di Carta. Dirige la rivista letteraria Il Visionario, nata nel 2019. Attualmente vive a Roma dove scrive, dipinge e lavora
.
Mi sembra di toccare e vedere. Una poesia che si fa immagine e sentimento vivi.
Non si risparmia anzi fuoriesce dal foglio e si fa voce da sé.
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hanno una loro personale luce.
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