Cinque poesie di Biagio Liberti

by Rokko Spider
Criogenesi del volo

Ci fosse un contrafforte da queste parti
tanto per dire andiamo là dietro
nel picco meridiano

andiamo all'ombra
tanto per sfogliare enciclopedie
ci fosse un volo iperboreo da queste parti.

*

Il corrimano in ascensione retta e declinazione lungo il quarantesimo parallelo

La madre fa racconti strani
racconti da anni '40
nelle masserie disperse
tra Nardò e Avetrana

dice ci fosse un aeroporto a Leverano
in agro
dice che portava la nonna a fare le sabbiature
sotto le bombe

dice ci fosse una scuola elementare
non legna da ardere nelle albe ianuarie

metteva la giacca del padre
(primogenita) 
a transumare 

e correva a perdifiato
racconta di stradelle venirle incontro 
sotto le gambine stecco

niente di che

nuvola sparsa sullo Ionio.

*

Cydonia

L'albero è ancora lì
quello delle mele cidonie
a uno sputo dalla cappella di Cosma e Damiano

un po' malconcio
un altro ispido, di notte frequentato
da zoccole arrampicatrici, credo

i segni degli incisivi
lasciano tracce persino sulle ossa
degli antenati da nobel

fossa comune intorno.

*

La correlazione
sperpera il sentimento
dell'inespresso

quella forzatura tra pollice e mignolo
induce una forma epifanica
da versetto coranico o l'ultima riga 
della lettera ai corinzi

da chiodo a chiodo, legno a legno
imperversano reliquie in occidente
senza nessun cenno degli usurai di adorazione

l'impettito e cravattato direttore di filiale
soppesa qualche chilo di carte
le sottopone al miopeipermetrico assatanato
in tensione le tendinee vibrazioni
dell'eminenza tenar

che soddisfazione

le assemblee dei coldiretti si ammassano
sotto la nana bianca, o biondatinta
(dicono e si profetizza un nuovo mondo
che ci siano pianeti intorno, in fondo)

così si correlano gli sforzi 
dei santi sternocleidomastoidei
e il riflesso della sostanza nigra

dilata la pupilla.

*

Viaggi interplanetari con Cosma e Damiano portati a spalla

Omaggiateci dunque
prima che la processione rientri
in un giorno di pioggia

il fuggi fuggi lungo lo sterrato
(raro ormai)
le costole di maiale
soffriggere in tempi di pace o di guerra
una fame di metano
ha fatto attitanare huygens

dicono, si dice e profetizza
che la gigante rossa 
di miracolo in miracolo 

creerà il quid.

4 risposte a "Cinque poesie di Biagio Liberti"

  1. Conobbi Biagio Liberti su uno di quei siti che andavano di moda a cavallo degli anni dieci. Terminata quell’esperienza, nella maggior parte per eccesso di litigi ed incapacità degli amministratori, il caso ci ha fatto rincontrare. Dirò da subito che non era facile avere a che fare con lui perchè non forniva mai delle analisi ai testi proposti o delle giustificazioni a cui appellarsi, ma si limitava a poche espressioni, per lo più tremende per la loro perentorietà. Inutile dire che un comportamento simile in faccia a chi non desiderava che l’elogio, era uno schiaffo assai doloroso e tale da causare odio e inimicizia. I suoi testi invece parlavano per lui, da cui scaturiva autorevolezza e padronanza del verso inusuali. Chi voleva davvero capire, attingeva da quelli e provava a raffinare l’arte del fare poesia, per esempio a svecchiarsi orientando la propria attenzione a temi inusuali e a trattarli con linguaggio erroneamente creduto estraneo, mai visto o sentito, fatto di riferimenti al mondo della Scienza, della Matematica, della Finanza etc. con cui bisognava fare i conti. E’ certo dunque che il poeta non era semplicemente il letterato che imitava Montale nel declinare il mal di vivere, ma qualcuno che riversava in poesia, mondi diversi abbracciando simultaneamente discipline tra le più disparate lasciandole armonizzare tra loro o cercando sintesi impensabili tra la Geografia, l’Astronomia e la Logica di Gödel e quant’altro, lasciandosi alle spalle ogni odore di Pascoli o il cadere delle “stramaledette” foglie e le stagioni ad esse collegate in forme multicolor. Piuttosto il riferimento era ai Greci e alla loro perfezione tecnica o ai poeti russi, Esenin in testa, a Toma e Carmelo Bene e alla sua terra, il magico Salento sempre presente, anche solo presentandone un barbiere anonimo o il canale d’Otranto. Insomma tutto un far scivolare la lingua da un dirupo ad una cima altissima e sentire la poesia venirti addosso. I cinque che qui Abele presenta per lui, sono davvero esemplari per chi non conoscesse Biagio e abbia voglia di intraprendere il volo nella sua poesia. Grazie, Ciao.
    F.P. Intini

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  2. Ciao Franco. Conosco Biagio grazie a Facebook e da Facebook sono prese le cinque poesie, alquanto recenti, che ho qui proposto. Non so se ha pubblicato raccolte in passato, poco del resto ho trovato in rete:

    http://www.musicaos.it/testi/2005/gennaio/liberti.htm
    https://www.stampa2009.it/editoria/l-angolo-degli-inediti/
    https://culturasalentina.wordpress.com/2022/10/10/poesia-damore-di-riserva/

    Si tratta quindi per me di una bella scoperta e spero che magari Biagio ci lascerà qualche commento se non altro per dirci di più di lui e della sua poesia. Del “magico Salento sempre presente”, come dici tu, oltre a Toma e Carmelo Bene mi viene in mente Antonio Verri, anche lui maestro di alchimie linguistiche e innesti tra cultura alt(r)a e popolare che spiazzano e ti vengono addosso.

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  3. mattugguarda cosa m’ero perso: il buon vecchio Voodoo!
    eh, con tale losco figuro un quarto di secolo fa (o Judy Lee) ce la si spassava su Neteditor: c’eravamo io, Fidel, Cumpay Segundo, Sotomayor, Savani, Voodoo, Roger, Jack Cat, Strana, Adriana, Skywalker, Maresa Baur, Nadia Cinque, Roger Pozzi, la sua morosa (che era anche un’ottima poetessa di cui mi sfugge il nome), Luce Dallombra e tanti altri che imperdonabilmente al momento non mi sovvengono. Rokko Spider non lo conto perché era sempre il buon Jack Cat, detto giacchetta, in veste visual artist.
    ma bando alle ciance: passiamo alle parole.
    Biagio Vodoo è sicuramente un poeta per come approccia la materia metaumana del quid, giocando tanto con la meccanica che con l’astrofisica delle realtà del mondo (e non a caso Huygens). il suo smontare e rimontare frammenti di vita ha spesso una potenza evocativa tale che durante la lettura, per qualche sghemba geometria, nel mio cervello parte come tappeto musicale in sottofondo l’omonima canzone di Franco Battiato (dal leggendario Patriots).
    un lasciarsi conta/minare esplosivo che – dov’erosa mente – detona frammentandosi in versi diversi e urticanti. in tal senso, encomiabile mi pare la sua attenzione a non sperperare puerilmente “il sentimento dell’inespresso”: l’atto poetico contiene sempre un margine chimerico, colma lo scarto indefinito tra i circa due milioni di punti da unire per mettere in comunicazione parola e pensiero. pertanto, i “dice” e i “dicono” sono portali aperti su altri mondi e il “corre/lato” corre libero e selvaggio sgambettando in modo efficace il solipsismo psichico della Poesia (l’overdose ioppiacea causa dilatazione pupillare), nonché facendosi latore di crack/vatte e strappi tendinei.
    non sempre in tante decadi, a nanomodo di sentire, i versi del nostro hanno raggiunto l’inarrivabile quiddità della sua celebre lirica “il tarabusino”, ma almeno per ciò che consta alla sovrastante mirabile cinquina, trovano la quadra e lasciano i segni degli incisivi sulle ossa del cranio del nano (ebbene sì: c’è un volo iperboreo in queste p’arti).
    brucia che sia passato tanto tempo e che, come una nuvola sp’arsa sullo ionio, nel tempo ogni “noi” si sia sfrangiato nell’evoluzione a specchio (liberista/individualista) del uéb.
    grazie di cuore ad Abele per averlo riproposto qui.
    ps: un saluto anche a Intini, che ci regala un commento Letterario doc più unico che raro e che però non ricordo frequentasse Neteditor… boh, forse mi difetta la memoria (mi faccio anziano), ma lo ricordo soprattutto su ScritturaFresca.

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  4. caro malos, che bell’incontro! Ora mi spiego anche perché Biagio risponde sempre in maniera entusiastica quando condivido i tuoi post su Facebook. Mi dice, con un messaggio su FB, di ringraziarti mentre impreca contro il maltempo che gli ha rovinato la pasquetta :😉 anyhow, questo è invece il commento che ha la sciato su FB:

    *rka bboja!! Che onore cotali parole ricevere dal mitico Malos Mannaja !!

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