Qiu Jin, Gemma brillante d’autunno (Giancarlo Locarno)

Qiu Jin (秋瑾)

Gemma brillante d’autunno

di Giancarlo Locarno

Alla fine dell’ottocento l’impero cinese della dinastia Manciù dei Qing si trovava nel pieno di una grave crisi a causa delle potenze europee che cominciavano a manifestare intenzioni colonialiste. In particolare l’Inghilterra voleva aprire la Cina al commercio dell’oppio che proveniva dall’India. Il governo cinese si oppose e rispose con i divieti di importare e utilizzare la droga. Questo scatenò le due guerre dell’oppio, che la Cina perse e dovette forzatamente aprire i suoi mercati a questo prodotto.

Anche i giapponesi nel 1895 sconfissero la Cina nella guerra per il controllo della Corea.   Queste sconfitte unite alla grande corruzione originarono un profondo malcontento che si manifestò con la creazione di molte società segrete che si proponevano di rovesciare la dinastia Manciù dei Qing e mettere sul trono una dinastia Han, che rappresentasse la maggior parte della popolazione cinese.

In questo contesto politico si svolse l’attività di Qiu Jin. Nata nel 1875 nella città di Xiamen, nella provincia del Fujian, ma presto la famiglia si stabilì a Shaoxing, nella provincia del Zhejiang, dove suo padre era stato inviato come funzionario imperiale. Ricevette un’istruzione di alto livello, la famiglia era molto aperta dal punto di vista culturale, e non le negò mai gli studi, cosa rara per le donne in quel periodo. Il padre assunse anche un maestro per insegnarle le arti marziali. La madre, proveniente da una famiglia di intellettuali teneva al fatto che a lei e al fratello venisse consentita la stessa istruzione, inoltre le trasmise la passione per la poesia.

In profonda contraddizione con questa apertura culturale la famiglia praticava le usanze più tradizionali della Cina, come l’usanza barbara della fasciatura dei piedi che le imposero, e che per tante donne comportava la rottura dell’arco del piede e l’impossibilità poi di camminare. Con i piedi fasciati continuò a praticare le arti marziali, l’equitazione e la scherma, tutte attività usualmente precluse alle donne.

Come succedeva sempre, il padre la diede in sposa ad un certo Wang Tingjun, un ricco mercante suo amico con cui ebbe due figli. La coppia si trasferì a Pechino, dove Qiu Jin entrò in contatto con le idee rivoluzionarie, cominciò a vestirsi con abiti maschili e si tolse le bende dai piedi. Nel 1904 Qiu Jin si separò dal marito e andò in Giappone con i figli.

Tokyo era un rifugio per i cinesi che militavano nelle società segrete costretti alla fuga dalla repressione del governo. Lì cercavano di organizzarsi e di svolgere attività contro l’impero Manciù. Qiu Jin sosteneva che le donne dovrebbero manifestare nella pratica le loro qualità mentali e fisiche, che sono identiche a quelle maschili, e mobilitarsi per preparare una nuova era di uguaglianza tra i sessi. Non solo continuava ad indossare abiti maschili, ma portava sempre al fianco una spada. Imparò anche a fabbricare delle bombe, e si dice che bevesse considerevoli quantità di vino, si ispirava insomma all’eroina Cinese Hua Mulan, che combatté nell’esercito cinese travestita da uomo per sostituire il padre.

Nel 1905 Qiu Jin ritornò in Cina a Shangai, e lasciò i figli alle cure dei famigliari. Subito contribuì a fondare e pubblicare il primo numero de Il giornale delle donne cinesi (Zhongguo nü bao中國女報). Nei suoi articoli Qiu Jin incitava le donne a liberarsi dalla loro oppressione, dal matrimonio combinato e dalla fasciatura dei piedi. Devono avere diritto ad una educazione moderna che consenta loro di lavorare e guadagnarsi da vivere, assicurandosi l’indipendenza. Dopo poche uscite il giornale cessò le pubblicazioni a causa della repressione governativa.

Nel 1907 diventò direttrice della Scuola Datong a Shaoxing che era stata fondata dal cugino e anche lui rivoluzionario Xu Xilin (徐錫麟). I due decisero di organizzare una rivolta e di stabilire una base rivoluzionaria nella provincia dell’Anhui. Le cose non andarono però come previsto, qualche spia rivelò i piani. Il governatore dell’Anhui emise un ordine affinché tutti i rivoluzionari fossero arrestati. Xu Xilin venne ucciso durante l’assalto alla scuola.

Qiu Jin venne catturata pochi giorni dopo, rinchiusa e torturata nella prigione di Shaoxing, dove scrisse la breve ed ultima poesia: Autunno (che di seguito riporto per prima). Il 15 luglio venne giustiziata per decapitazione a Shaoxing. Fu la prima donna a morire per la rivoluzione repubblicana, ora è considerata un eroe della Repubblica Popolare Cinese. Nel 1911 la rivoluzione di Sun Yat Sen depose i Qing e cominciò il lungo e tormentato processo che nel 1949 portò alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese.

Riporto di seguito cinque poesie di Qiu Jin nella mia traduzione.

Il carattere Qiu  che è il nome di famiglia, significa anche autunno, stagione che compare diverse volte nella sua poesia, forse per indicare sè stessa identificandosi con un carattere autunnale.

Il carattere Jin che è il nome proprio significa anche gemma brillante.

Autunno

Il vento d’autunno e la pioggia d’autunno ci rendono tristi


秋風秋雨愁煞人


Ho dei pensieri

(Scritta in autunno durante un viaggio in Giappone)

Sole e luna non splendono più, terra e cielo vagano incoscienti nel vuoto
chi può aiutare una donna sommersa in questo mondo?
Forcine e braccialetti dati in pegno fluttuano nel mare infinito,
separata dalla carne della mia carne fuggo dalla porta di giada.
Tolgo le bende ai miei piedi per liberarli da mille anni di veleni,
l’entusiasmo risveglia la mia anima dai cento fiori.
Questo compassionevole fazzoletto sembra tessuto da uno squalo
per metà è un brandello insanguinato e per metà inzuppato di lacrime!


有怀 ——游日本时作
秋瑾

日月无光天地昏,
沉沉女界有谁援?
钗环典质浮沧海,
骨肉分离出玉门。
放足湔除千载毒,
热心唤起百花魂。
可怜一幅鲛绡帕,
半是血痕半泪痕!


All’amico giapponese Ishi Jijn Jun – Una risposta in versi alla maniera antica

Troppo sfacciatamente dite che una donna non può essere un eroe,
per diecimila miglia cavalco sola il vento dell’est.
Il pensiero dei miei versi naviga solitario attraverso i vasti mari e le sterminate
lagune del disinganno.
Sogno isole delicate sotto la luce della luna.
Il cammello di bronzo è caduto dal palazzo si volta a guardarmi tristemente.
Gli altri, i cavalli sudati dalla fatica si vergognano di non avere mai vinto una
battaglia.
Come loro soffro odiata dalla mia patria,
come potrò continuare da straniera a godere del vento di primavera?


日人石井君索和即用原韵

漫云女子不英雄,
万里乘风独向东。
诗思一帆海空阔,
梦魂三岛月玲珑。
铜驼已陷悲回首,
汗马终惭未有功。
如许伤心家国恨,
那堪客里度春风!


Preoccupazioni infondate

Ho ricevuto dalle rondini i segnali di battaglie,
dicono che in Cina la guerra contro gli stranieri non è ancora finita.
Dalla mia camera vuota temo l’odio della nazione,
ma cambierò il mio foulard con un elmetto.


秋瑾 《杞人忧》

幽燕烽火几时收,闻道中洋战未休。
漆室空怀忧国恨,难将巾帼易兜鍪。


Canzone per i diritti delle donne


La mia generazione ama la libertà
e la incoraggia con un bicchiere di vino.
Uomini e donne hanno le stesse capacità donate dalla natura
come possiamo accontentarci di rimanere dietro come mogli di buoi?
Vogliamo con la nostra determinazione liberarci da sole
lavando via una volta per tutte la vergogna e le disgrazie del passato.
Se gli uomini fossero in pace potremmo guardarli come compagni,
intenti come noi a curare il nostro paese con mani bianche e diligenti.
Gli antichi costumi sono i più vergognosi,
le donne sono trattate come vacche o cavalle.
Ma ora che l’alba di una nuova epoca ci darà una nuova civiltà,
l’indipendenza è la prima cosa da realizzare.
Vogliamo poi che la schiavitù femminile sia sradicata,
gli intellettuali lo imparino con lo studio e con la pratica.
Abbiamo una grande responsabilità sulle spalle,
le eroiche donne cinesi sapranno portarla.


勉女权歌

吾辈爱自由,
勉励自由一杯酒。
男女平权天赋就,
岂甘居牛后?
愿奋然自拔,
一洗从前羞耻垢。
若安作同俦,
恢复江山劳素手。
旧习最堪羞,
女子竟同牛马偶。
曙光新放文明侯,
独立占头筹。
愿奴隶根除,
知识学问历练就。
责任上肩头,
国民女杰期无负。


2 risposte a "Qiu Jin, Gemma brillante d’autunno (Giancarlo Locarno)"

  1. indispensabile e pregnante di significati (nonché di umanità) l’introduzione di Giancarlo. unico (dis)appunto, per buona sorte di tutti noi, le “qualità mentali e fisiche” delle donne e degli uomini *non* sono “identiche“, bensì in larga parte complementari (sennò la noia, e non solo quella, ci avrebbe subito estinto!)

    : ))

    aggiungo un grazie di cuore a Giancarlo che mi ha offerto l’opportunità di conoscere nei fatti e nelle parole Qiu Jin, essere (ostinantamente) umano e femminile di cui ignoravo l’esistenza. dedicarle su Neobar questo momento di condivisione è un omaggio doveroso alla memoria (si può decapitare un corpo, non le parole… qualunque frammento *non* genetico di noi possa giungere alle generazioni future sarà comunque un piccola resurrezione).

    alcuni versi, addirittura, m’hanno fatto sobbalzare sulla sedia…

    potente e attualissimo quel “cambierò il mio foulard con un elmetto

    addirittura *urticante* nonché coraggiosissimo (non ricordo di aver mai letto un calcio sui denti similare in qualsivoglia poesia) quel “le donne sono trattate come vacche o cavalle“.

    (ps: per motivi vari, sentirei meglio “ricamato da uno squalo” vs “tessuto da uno squalo“…lo squalo *addenta*, ergo, almeno nel mio immaginario, ricama – non tesse – lacrime e sangue)

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  2. Non posso far altro che concordare con malos sull’ osservazione sulla “qualità”, è meglio sostituirla con “capacità”.

    In effetti mi piace di più “ricamare” piuttosto che tessere, a parte lo squalo, trovo la parola più eufonica. Grazie.

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