Fellinhalloween XII edizione – di Iolanda La Carrubba

Fellinhalloween XII edizione

To be continued…

di Iolanda La Carrubba

Questa XII edizione del FellinHalloween si è svolta presso Il Cantiere Teatro, uno spazio che appartiene al percorso storico dell’Autorecupero ad uso abitativo sociale, un movimento di impegno civico che vede tra fondatori Salvatore Di Cesare una figura, ieri come oggi, di riferimento. Il teatro è considerato un luogo chiave di ricerca e di produzione culturale indipendente e di sperimentazione che negli anni ha costruito una vasta rete di collaborazioni internazionali.

Spazio importante che conserva le sue origini di resistenza culturale mantenendo la sua identità e la sua memoria collettiva in un quartiere, Trastevere, che è stato fortemente commercializzato.

Lo scorso 31 ottobre 2025 in collaborazione con Sacha Piersanti, è stata portata in scena una serata che ha visto svelarsi, momento dopo momento, la poesia nelle sue diverse vesti, dalla lirica alla performativa, intervallata da musica, omaggi canori de’ Roma e interventi sul vasto mondo cinematografico di Fellini.

Edizione questa che ha voluto interpretare una visione poetica e teatrale dell’esistenza umana come un grande spettacolo viaggiante, omaggiando il Carrozzone di Renato Zero. La voce e le maschere sono state protagoniste di un incontro ricco di emozioni e profondi momenti di condivisione.

Sul palco: Silvio Raffo versione ologramma, raffinato e nostalgicamente ironico (interpretato da me e Sacha). Giorgio Galli con un incredibile intervento sul cinema di Fellini. Antonio Sanges che ci ha regalato una lettura tratta dal suo novo libro “Distensione del destino” e un inedito dove il linguaggio aulico è in colloquio con quello dell’AI nella veste di Alexa. Marco Colletti che ha condotto il pubblico nel mondo visionario, mistico poetico di Orfeo. Irene Santori dal magnetismo travolgente e melodioso che ha incantato con i suoi versi potenti. Marco Caporali ci ha portato nella sua ipnotica poesia attraverso il poemetto tratto dal libro “Il borgo dell’accoglienza” a cavallo delle splendide note suonate al sax da Andres Honorè. Alfredo Tagliavia con la sua chitarra al ricordo di swing ha accompagnato Katia Picciariello, vulcanica ed emozionante la sua dedica canora de’ Roma che ci ha stretti in un potente abbraccio sonoro. La forza dirompente di Giovan Bartolo Botta che come sempre ha stravolto le carte in tavola e ha fatto riflettere regalando grasse risate (che seppelliranno). Io accompagnata dalla musica maliosa di Jacopo Dell’Erba mi sono lanciata in un’improvvisazione performando il breve poemetto:

“Come una ninna nanna” (qui) edito su Suite Italiana a cura di Ilaria Palomba. Subito dopo Jacopo ci ha regalato una sua performance canora semplicemente magica. La serata si è conclusa con un momento tratto da “Fonti” suggestivo spettacolo che parte dalle pagine più importanti dell’epica latina e greca, interpretate sia in lingua originale che in una nuova traduzione inedita mettendo in scena, tra lettura, canto e live eletronics, le infinite possibilità espressive ed evocative della parola, un progetto Alta Gola di e con Sacha Piersanti magnetico nella sua interpretazione, Ludovica Bove con la voce ammaliante e Lorenzo Bove dalla musica elettronica energizzante. Non sarebbe stata una notte incantata senza Micia la dolce gattina nera che si è presentata più volte sul palco.[FlashBackAnalassi]

Salvatore l’ho conosciuto quando avevo 17 anni, il cuore tutto Sorcino, una videocamera con mini vhs e una voce nella testa (che nel tempo si è moltiplicata all’ennesima potenza) che mi diceva “dammi Voce”.
All’epoca facevo parte del collettivo di Auro e Marco il Centro Sociale a Spinaceto (e come dice l’adorato Nanni in Caro diario: “pensavo peggio, non è per niente male”).

In quel periodo avevamo organizzato una serie di eventi itineranti per dibattiti sociali su vari temi incentrati sull’incontro. Tra le diverse location una sera di fine estate del 1995 eravamo tutti lì a Il Cantiere. Salvatore si occupava di tutto, coordinava come neanche la forza di 10 tra i migliori registi del mondo avrebbero potuto avere ed io ero lì ad assistere, goffa, al magnifico fare. [Stacco]

Nel 2024 l’energia trainante di Marcho Gronge mi ha coinvolta nella sua rassegna “Vasto Sottobosco”, un insieme di eventi musicali e poetici durata 7 mesi a Il Cantiere dove ho avuto così l’occasione di conoscere ancor di più Salvatore inevitabilmente è nata un’amicizia per la quale sono infinitamente grata. Così a distanza di 30 anni (praticamente un battito di ciglia) ero con il mio adorato carrozzone sulle scene de Il Cantiere con l’edizione speciale del FellinHalloween dedicata appunto al Carrozzone di Renato Zero in collaborazione con una delle persone più importanti della mia vita, il giovane e talentuosissimo Sacha Piersanti, nulla di meglio avrei potuto desiderare.

Perché FellinHalloween?

Le origini di Halloween sono strettamente legate alla festa celtica di Samhain (pronunciato all’incirca come sow-in). Sebbene sia spesso associata al concetto di “morte” per i Celti esso rappresentava un momento fondamentale nel ciclo della natura e della vita, che conteneva in sé l’idea di rigenerazione e rinascita. Essi avevano una visione non lineare del tempo. Questa celebrazione segnava il passaggio cruciale dal semestre di luce (l’estate) a quello di buio (l’inverno). Essendo il Capodanno Celtico, rappresentava la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo. Ogni fine è per definizione la premessa di un nuovo inizio. Il buio invernale era il luogo dove la nuova vita si preparava al rinnovamento, questo giorno era quindi il momento di coltivare il seme interiore in attesa che sbocciasse. I Celti credevano che durante questa notte incantata il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliasse, permettendo agli spiriti (sia benigni che maligni) di vagare sulla terra. Per questo indossavano maschere terrificanti, per confondere gli spiriti malevoli e dunque proteggersi dai loro agguati passando inosservati.

Questa antica e sacra tradizione è stata stravolta e data in pasto all’impero del capitalismo, in particolare quello americano, e per certi versi non sarebbe del tutto incongruo parlare di appropriazione culturale ovvero l’adozione non riconosciuta, inappropriata o irrispettosa dei costumi, delle pratiche, delle idee o dei simboli di un popolo o di una società da parte di membri di un altro popolo o società tipicamente più dominante, ma questa è una considerazione del tutto arbitraria.

Ad ogni modo in Italia specchio riflesso (come si diceva da bambini) degli U.S.A l’ondata della versione americanizzata di Halloween approda verso la metà degli anni ‘90, quando i centri commerciali iniziavano a mettere in vendita prodotti studiati appositamente per far si che il fenomeno diventasse di massa.

Per ciò che concerne Samhain in tutta la regione italiana è stato mantenuto come ricorrenza Celtica da gruppi neopagani e wicca fin da tempi molto antichi. Personalmente ne sono venuta a conoscenza da bambina poiché una cara amica di famiglia, interessata di antropologia, al posto delle fiabe mi descriveva le antiche tradizioni e quando mi parlò di questo rituale celtico me ne innamorai. Così in adolescenza mi misi sulle tracce di chi nella regione del Lazio festeggiava questo importante momento di rigenerazione approfondendo la ritualità ad esso legata.

Il FellinHalloween è nato dalla ricerca che svolgo da anni in merito al mondo di Federico Fellini, che lasciò il corpo fisico proprio il 31 ottobre del 1993. Contrariamente a quanto si possa pensare Fellini oltre ad aver realizzato pubblicità per diversi marchi e prodotti, nel 1986 iniziò a girare Ginger e Fred per il quale fece diversi Falsi Spot parodistici che sarebbero passati nella TV tenuta accesa dalla meravigliosa Giulietta Masina nei panni di Ginger appunto. Una volta al montaggio finale molti di questi video promozionali non vennero inseriti.

Solo nel 2003 Tatti Sanguineti li recupererà e li inserirà nel suo documentario La Tv di Federico Fellini, lavoro poco conosciuto ancora oggi, infatti anche su YouTube non se ne ha traccia. Ne descrivo qui uno dei miei preferiti.

Siamo allo Teatro 5 dove ci sono poche cose in scena, protagonista una bara disposta per l’ultimo saluto. Nessuna post produzione accompagna la visione di questo slogan macrabamente ironico, maggior fascino è poter sentire le direttive dello stesso Federico ai suoi attori. Ad uno ad uno entrano i famigliari e gli amici sconvolti dalla perdita, di lì a poco arriva una donna prorompente, bionda, alta, vichinga, la tipica maschera femminile felliniana. Ha un lieve sorriso mentre si muove maestosa offrendo ai tristi ospiti un amaro. L’amaro Uè. Mentre tutti lo degustano sentendosi sollevati dal dolore della perdita, di colpo il morto rinviene e rivolto alla macchina da presa dice: “Uè e a me!”. Fenomenale, divertente, irriverente, esorcizzante.

Da brava accumulatrice compulsiva di DVD un giorno del 2005, per la precisione era il 31 ottobre, mi trovavo in uno di quei banchetti che vendono i residui di magazzino o gli invenduti dovuti al fallimento di diverse videoteche (c’era una volta il Blokcbuster). Ebbene mentre in piena crisi di astinenza rovistavo tra una sequela di film di serie B (categoria ahimè sottovalutata) vidi un angolo di quello che sembrava essere un cofanetto da collezione.

Attratta come solo una gazza ladra potrebbe essere da qualcosa che luccica, mi feci largo a gomitate tra gli altri appassionati e lo afferrai. Provai una gioia che neanche Re Artù nel momento dell’estrazione dalla roccia di Excalibur avrebbe potuto provare, un’estasi che mi folgorò. Fui inghiottita da una luce felliniana che mi sollevò a mezzo metro da terra e lì sentii la necessità, l’urgenza di dedicare dei miei cortometraggi ai suoi Falsi Spot.

Negli anni ne ho girati diversi alcuni, con grande soddisfazione, hanno avuto prestigiosi riconoscimenti. Fondamentale è ricordare che senza il S.O.S.tegno di amici poeti, attori, scrittori non avrei potuto realizzarli.

Alcuni potrebbero osservare che l’amicizia inficia la qualità di un appuntamento/antologia/evento. Quante volte si sente dire con un “lieve” tono sarcastico che quello o questo gruppetto sono una combriccola. Ebbene penso ai gruppi o ai collettivi o ai movimenti che hanno fatto la storia della letteratura, dell’arte, della poesia e della musica (teatro e cinema inclusi). Penso al Gruppo OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle), al movimento Dada o alla compagnia di Dario Fo e così via. Inevitabilmente quando c’è stima e fiducia nasce l’amicizia e con un pizzico di presunzione mi sento di asserire che dove c’è amicizia può esserci anche qualità.

Piccola nota informativa; chi mi conosce sa bene che con l’occasione di proporre un aperitivo per rivederci, inevitabilmente suo malgrado verrà coinvolto in qualche mia adorata Follia. Così è accaduto con Fabio Traversa incredibile attore e Tiziana Lucattini splendida attrice e drammaturga, a distanza di 10 anni dalla nostra prima collaborazione nel mio lungometraggio “Senza chiedere permesso” distribuito dalla Minerva Pictures e dedicato tra gli altri, alla memoria di Massimo Pacetti e Domenico Sacco con i quali la IX edizione del FellinHalloween fu a dir poco spassosa poiché uno interpretava un poeta zombie e l’altro niente di meno che il Conte Dracula in persona, serata indimenticabile, ma tornando a Fabio e Tiziana li ho (s)coinvolti nel nuovo prossimo Falso Spot che pone l’attenzione, tra le altre questioni, sulla sofisticazione alimentare e sull’allergia al nichel, della quale a livello di informazione di massa si conosce poco e quel poco spesso è generalizzato associando il principale problema ad un lieve fastidio, ma purtroppo la questione è molto grave.

Questo nuovo lavoro è in fase di realizzazione e a tal proposito vorrei proporre a Doris ed Abele, quando capitano dalle parti di Roma est, un aperitivo. A buon intenditor…

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato, aderito ospitato le varie avventure visionarie che mi ronzano in testa.

Le scorse edizioni del FellinHalloween si sono svolte presso: Il Lavatoio Contumaciale di Tomaso Binga, Galleria il Leone di Ginco Portacci, Atelier “Lo Studiolo” di Eugenia Serafini, Centro Culturale Gabriella Ferri, LettereCaffè, Senior Jag Bistrot Letterario e al Teatro Il Cantiere.

[to be continued]

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Collage fotografico realizzato con le foto di Marcho Gronge, Giorgio Galli, Marco Colletti e Iolanda La Carrubba XII edizione FellinHalloween al Teatro Il Cantiere 2025

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2 risposte a "Fellinhalloween XII edizione – di Iolanda La Carrubba"

  1. Chissà che cosa avrebbe pensato Fellini di Halloween e del suo successo nella nostra Italia di oggi. Il mondo dei morti attraversa tutto il suo cinema e anche il suo capolavoro, Otto e mezzo, ha un tono che definirei funereo. Tuttavia, il film più “halloweeniano” di Fellini resta senza dubbio Toby Dammit, l’episodio da lui diretto per il film collettivo Tre passi nel delirio (1968), ispirato a racconti di Edgar Allan Poe. Qui Terence Stamp interpreta un attore alcolizzato a cui viene regalata una Ferrari in cambio dell’accettazione di un ruolo in un western “cattolico”…

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