Documenti_ Billie Holiday, Strange Fruit (1939)

Strange Fruit, del 1939, è il brano blues più influente mai interpretato da Billie Holiday. Con un testo composto dal poeta comunista Abel Meeropol, la canzone offre un ritratto crudo degli orribili linciaggi contro gli afroamericani, messi in contrasto con l’immagine idilliaca del Sud. Un brano di questo tipo non solo esponeva la Holiday al rischio concreto di ritorsioni razziste, ma era anche talmente scomodo che nessuna etichetta discografica voleva pubblicarlo. Il disco uscì infine per la Commodore Records, dopo che un’esibizione a cappella della Holiday aveva profondamente colpito il produttore Milt Gabler.

Abel Meeropol scrisse Strange Fruit ispirandosi a una fotografia del linciaggio avvenuto a Marion, in Indiana, nell’agosto del 1930. L’immagine ritraeva due giovani afroamericani impiccati a un albero, mentre una folla di spettatori bianchi osservava la scena. Attivo in circoli antifascisti e antirazzisti, Meeropol era già profondamente turbato dalla violenza razziale e dall’ingiustizia sociale; la fotografia diede forma concreta alle inquietudini che lo accompagnavano da tempo. Il testo fu pubblicato per la prima volta nel 1937, sotto lo pseudonimo di Lewis Allan.

Strange Fruit (Abel Meeropol)

Southern trees bear strange fruit,
Blood on the leaves and blood at the root,
Black bodies swinging in the southern breeze,
Strange fruit hanging from the poplar trees.

Pastoral scene of the gallant south,
The bulging eyes and the twisted mouth,
Scent of magnolias, sweet and fresh,
Then the sudden smell of burning flesh.

Here is fruit for the crows to pluck,
For the rain to gather, for the wind to suck,
For the sun to rot, for the trees to drop,
Here is a strange and bitter crop.
Strani frutti (trad. Abele Longo)

Gli alberi del sud hanno strani frutti,
Sangue sulle foglie e alle radici,
Corpi neri che il vento del sud dondola,
Strani frutti appesi agli alberi di pioppo.

Scena pastorale del sud eroico,
Occhi strabuzzati e bocche contorte,
Fragranza fresca e dolce di magnolia,
L'improvviso odore di carne ardente.

Ecco i frutti per il becco dei corvi,
Che la pioggia coglie, che il vento succhia,
Marciti al sole, caduti dagli alberi,
Ecco uno strano ed amaro raccolto.

6 risposte a "Documenti_ Billie Holiday, Strange Fruit (1939)"

  1. Abel Meeropol non era un afro-americano del Sud, ma un insegnante ebreo-americano di liceo di New York. Rappresentava l’attivismo politico ebraico di sinistra, probabilmente influenzato dalla propria esperienza di secoli di violenza e discriminazione antisemita.

    Pubblicò la poesia con il titolo “Bitter Fruit/Frutto amaro” nel 1937 sulla rivista The New York Teacher e ne musicò le parole. Questa canzone di protesta ottenne un certo successo a New York e dintorni; Meeropol, sua moglie e la vocalist nera Laura Duncan la eseguirono al Madison Square Garden.

    Billie Holiday la cantò per la prima volta nel 1939, durante uno spettacolo al popolare cabaret Café Society di New York, il cui proprietario aveva sentito parlare di un nuovo brano di protesta scritto da Lewis Allan (pseudonimo di Abel Meeropol).

    Con qualche esitazione, forse per la drammaticità del testo, Billie acconsentì a chiudere il suo spettacolo con questo pezzo. Mentre si preparava all’ultima esibizione, il servizio in sala si interruppe del tutto e la sala rimase al buio, tranne un singolo riflettore puntato sulla cantante. Al termine, Holiday scese dal palco, lasciando il pubblico con la tensione dell’ultima strofa, “Here is a strange and bitter crop. / Ecco un raccolto strano e amaro. ”

    Nella sua autobiografia Holiday ricordò la reazione sbalordita del pubblico: “Non ci fu neppure un applauso quando finii. Poi qualcuno iniziò a battere le mani nervosamente. E subito tutti applaudirono.”
    Raccontò che cantarla le faceva temere ritorsioni, ma continuò a eseguirla, rendendola un pezzo fisso dei suoi concerti.

    All’epoca il razzismo era diffuso nei locali americani. Il Café Society fu il contesto perfetto per il debutto di “Strange Fruit”. Il locale, aperto nel dicembre 1938, si fece conoscere per la sua satira antirazzista dell’“alta società”: era un club progressista per persone progressiste.

    Il pubblico del Café Society era in gran parte bianco; la musica era soprattutto nera; Meeropol fu il “mediatore” ebreo che unì i due mondi. Il consueto rapporto tra artista nero e platea bianca venne capovolto da “Strange Fruit”. Invece di “addolcire” la musica nera per renderla più accettabile alle orecchie dei bianchi, Meeropol la rese più dura. Quando Billie Holiday cantò “Strange Fruit” per la prima volta al Café Society, stava cantando l’America agli albori dei diritti civili. La sua esibizione, carica di sottile disprezzo e rabbia, invertì il vecchio rapporto tra intrattenitrice nera e pubblico bianco. “Vi ho intrattenuto”, sembrava dire, “ora ascoltatemi e basta.

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    1. So che non l’hai scritto. Quello che ho riportato è solo parte di un approfondimento mio, pubblicato tempo fa, senza modificare nulla, perché mi pareva servisse a dare un completamento al tuo bell’articolo. Spero che ti abbia fatto piacere

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