
Yang Mu (楊牧 – 1940-2020) è lo pseudonimo di Wang Ching-Hsien (王靖獻), è stato uno tra i più importanti poeti di Taiwan, oltre che accademico, saggista e traduttore.
Ha studiato alla Tunghai University di Taiwan e all’università dello Iowa negli Stati Uniti.
Si occupava di letterature comparate, conosceva l’inglese, il tedesco, il latino e le rispettive letterature.
Fondamentalmente viene considerato un autore difficile, come si dice un poeta per poeti, ha insegnato letterature comparate all’università di Washington, a Princeton, Hong Kong e Taipei. Io lo trovo un autore di una certa profondità nell’analizzare sé stesso e i propri sentimenti, e con un occhio rivolto all’attualità oltre che alla storia.
A Taiwan non è stata adottata la riforma della lingua cinese che negli anni cinquanta ha portato alla semplificazione dei caratteri, Yang Mu scrive infatti utilizzando i caratteri tradizionali.
Semplificare i caratteri significa rendere meno difficoltosa la capacità di ricordarli e di scriverli, quindi aiuta a combattere l’analfabetismo. A titolo di esempio: il carattere semplificato per “tartaruga” è: 龟, il carattere tradizionale è 龜.Quest’ultimo nessuno oggi in Cina saprebbe scriverlo a memoria.
Per quanto riguarda la traduzione, è stata fatta su testi scelti da:
2010 楊牧詩集 III: 1986-2006 (Collected Poems III: 1986-2006)
995 楊牧詩集 II: 1974-1985 (Collected Poems II: 1974-1985)
Ho prima trascodificato i caratteri tradizionali in quelli semplificati, questa è un’operazione meccanica, però qui riporto quelli tradizionali per rispettare la scrittura dell’autore, e anche per motivi estetici, questi caratteri sono più complicati ma anche più belli.
Questo autore mi da l’occasione di parlare un po’ di Taiwan. Questa è stata un’isola considerata piuttosto marginale nell’impero cinese, mai integrata nel periodo classico, era frequentata da pirati cinesi e giapponesi che la utilizzavano come base temporanea.
Era abitata da aborigeni, oggi sono circa il due per cento della popolazione, che con la loro lingua hanno dato origine a tutta la famiglia linguistica austronesiana, che comprende il malese, l’indonesiano e il malgascio. Fu poi colonizzata dai Portoghesi alla fine del 1500 che la chiamarono “Formosa”, quindi divenne olandese, e nel 1683 colonia cinese sotto l’ultima dinastia mancese dei Qing, e tale rimase fino all’occupazione giapponese durante la guerra-sino giapponese nel 1895. I giapponesi proibirono la lingua cinese e pretesero di introdurre i loro costumi. Yang Mu ricorda però che nelle case in privato veniva usata sempre la lingua madre.
I giapponesi persero Taiwan dopo la sconfitta del 1945, nel 1949 il governo del Kuomintang di Chiang Kai-shek vi si rifugiò dopo la sconfitta subita nella guerra civile contro il partito comunista di Mao. Nacquero così due repubbliche, la Repubblica Popolare Cinese sul continente e la Repubblica di Cina a Taiwan, che subito proibì l’uso del giapponese. Entrambe ritenevano di rappresentare l’autentica Cina e reclamano ciascuna anche il territorio dell’altra. Si deve notare quindi che Taiwan non ha mai fatto parte della Repubblica Popolare Cinese e solo marginalmente dell’impero. Chiang Kai-shek controllava l’isola con pugno di ferro, e non era amato dalla popolazione, che l’ha dimenticato subito dopo la sua morte.
Nonostante le tensioni politiche si sono stabiliti grandi accordi commerciali, i cinesi hanno enormi investimenti a Taiwan e altrettanto le multinazionali di Taiwan come la Foxconn hanno più di un milione di dipendenti nella Cina continentale.
Sono questi interessi reciproci che forse hanno mantenuto finora una situazione di calma nell’area.

Fermo davanti a una fila di carri armati
Fermo davanti a una fila di carri armati c’è un uomo che parla
sta cercando di mettere ordine bloccando loro il cammino
i cingoli aspirano fumo, voglio essere l’eco delle tue parole:
cielo e terra trattengono il respiro, tutto il mondo ti guarda.
Penso alle tue parole mentre torno a casa in macchina
trasmettono alla televisione poche frasi frettolose
da Pechino: un uomo con la camicia bianca.
Il frastuono del mare si leva oltre il suo respiro.
C’erano testimoni di innumerevoli combattimenti e
sulla piazza Tien An Men durante la battaglia la luce così intensa era quella dei tempi antichi.
Lo sparo arriva, l’emozione è negli occhi degli antenati, e la calma dei tuoi capelli neri si riflette sulle armature, su tante piccole bandiere.
L’atmosfera è piena di frecce e lacrime di frecce
un abisso pieno di fori di proiettile di ieri e di oggi
uno dopo l’altro in successione fuggono gemendo urlando forte
la storia ingiallita si ripiega su sé stessa
Le armi spezzate finiscono costantemente sotto terra
gloria e beffa e umiliazione appartengono a tutti.
Splendente nella luce avanza in fila indiana la colonna di carri
ma sotto l’influsso di spiriti divini frenano davanti a te.
Subito i motori si sono allentati, la ferraglia si è incastrata
i cuscinetti a sfera e la pompa dell’olio collidono in un secondo
dalla sabbia sollevata dal vento sale un pazzo urlo di sangue
una colonna di marmo proietta la sua ombra a sinistra.
“Fermati!” ha ordinato l’annunciatore.
La parte orientale della città è silenziosa in quella occidentale
si sentono i rumori di deflagrazioni
una formidabile forza armata si apre al panico come impaurita.
Come una fila di formiche striscianti si trovano davanti un fronte inaspettato
una goccia d’acqua cristallina fredda e pungente.
Tu sei le lacrime degli antenati che infiammano la Cina
e in fiamme blocchi la loro strada.
La tua fronte giovane è nata per brillare
il cannone ti punta ed è pronto a fare fuoco
i carri ruggiscono e cambiano direzione tu fai un passo avanti
fermo di fronte a loro cominci a parlare.
Lontano i corvi sulle mura della città sono in pace
un po’ di muschio secca e cade dalla cima della torre
la campana suona lentamente verso le montagne, il mare rimane saldo e determinato
con profonda emozione lascia le isole ricche di colori.
Lontano l’acqua circonda le canne e i fiori ne tremano.
Negli affioramenti minerali di foreste primitive immerse nel sonno e nei sogni
i cavalli neonati galoppano
insieme alziamo la testa e li ascoltiamo.
I viaggiatori venuti da lontano uno dopo l’altro si siedono e si guardano attorno
vento e nuvole passano veloci, sul grande lago sorge un sole rosso di rivoluzione
esitante, non può ancora intuire in quale direzione avventurarsi.
Un flauto di bambù suona e risuona
lontano nel frutteto l’irrigatore inaspettatamente si ferma
le ciliegie non sono mature e appassiranno nel fumo.
I lavoratori meditano in silenzio, leggono i giornali e ascoltano le voci dalla Cina.
La persona con i capelli neri e la blusa bianca non si muove.
Lontano gli ingranaggi e le ferraglie sono aggrovigliati in un legame morto.
La sirena tace le macchine frenano.
Si fermano sul bordo dell’autostrada per un controllo della sintonia.
Alla televisione un cinese comincia a parlare.
Tornando a casa ascoltavo il mare
un grande rumore calpesta la regione, i cingoli tremano
davvero non è un sogno, uno squadrone di carri armati
è bloccato da un uomo che parla.
Cielo e terra trattengono il respiro, il mondo intero ti guarda.
Io seguo le tue parole: tu brilli come una gemma fredda e limpida
e una fiamma che brucia al centro, e la fiamma è
una lacrima che i nostri antenati non vogliono più sopportare.
在一隊坦克車前
在一隊坦克車前,有人說
你這樣站定,擋住他們的去路
履帶戛戛抽搐。我也跟著說:
天地屏息,全世界都在看你
我跟著說。在回家的車子裏
聽播音人敘述電文急促
傳自北京:一個白襯衫男子
海水喧譁終至於悄無聲息
是在一見證了無數搏擊和
廝殺的廣場上,光線強烈自古代
射來,先人的眼神,照在鐵甲
和小旗,和你文靜的黑髮
空氣充滿箭矢撕破的
裂痕,充滿槍眼,曩昔和今天
紛紛流竄,呻吟, 吶喊
一部歷史在折疊發黃
斷了的干戈長埋地底
榮耀和羞辱各自東西
他們閃著光前進,一路縱隊
在鬼神擺佈下緊急煞車,為你
那時引擎鬆動
鋼珠和油料碰撞,在細微的
風沙裏掀起嗜血的狂號
華表遂將陰影向左邊拋
你這樣站定,那播音人說
彼時東城悄然而西城
聽得見零星的爆炸聲響
一強大的裝甲部隊張惶失措
如爬行的螞蟻陣線不期遭遇
一滴水,晶瑩澄澈,冷冽刺骨
你是先人的眼淚掉進火燄中
滾燙,擋住他們的去路
你年輕的前額光明生輝
對準炮管進入射擊位置
履帶怒吼改道,你向前一步
站在他們前面並開始演講
遠方城堞上烏鴉安靜
一些苔草自塔尖枯萎墜落
鐘向山嶽緩緩敲著,海水堅毅
深情地朝那群群斑斕的離島洶湧
遠方水渡周圍蘆花顫動搖搖
礦苗在原始森林中沉睡作夢
新生的牡馬快步跑過草原
一起抬頭,傾聽
遠方旅人陸續坐下,張望
風雲疾走,大湖上一輪紅日
猶豫不知應該向甚麼方向旋轉
一支洞簫吹過,吹過
遠方果樹園灑水機遽爾停止
不成熟的櫻桃在煙霧裏消瘦
工人靜坐讀報,在中國聽說
有人黑髮白襯衫站著不走
遠方有齒輪絞鏈糾纏成死結
汽笛瘖瘂,人們也煞車
靠邊停在高速公路上,調整
頻道,一個中國人要開始演講了
回家的路上我聽見海水
喧譁,履帶戛戛抽搐
確實在一隊坦克車前,有人說
你這樣站定,擋住他們的去路
天地屏息,全世界都在看你
我跟著說:你晶瑩冷冽
滾燙通紅是火燄中,火燄中
先人一滴不忍的淚
solitudine
La solitudine è una bestia vecchia e debole
In agguato si cela tra il mucchio di rocce del mio cuore
sulla schiena porta una decorazione ribelle.
Lo so, ho capito, protegge la sua specie trasmutandone l’esteriorità.
Ha l’espressione lugubre negli occhi, continuamente fissa
le linee di nuvole remote, c’è un desiderio
di rollio celeste mescolato al suo ritrarsi.
Abbassa la testa in meditazione, chiede alla tempesta di colpire
la sua ferocia abbandonata.
Vuole tentare ancora un nuovo amore.
La solitudine è una bestia vecchia e debole
In agguato si cela tra il mucchio di rocce del mio cuore
un tuono improvviso la muove lentamente
faticosamente entra in me attraverso il bicchiere di vino che sorseggio
passa per miei occhi silenziosamente innamorati
timidamente fissandomi povero bevitore del crepuscolo.
Ho capito allora che è piena di rimorsi.
Sa che non avrebbe dovuto avventatamente abbandonare il suo mondo famigliare
ed entrare in questo liquido freddo, che subito accosto alle labbra
e così gentilmente la riaccompagno al suo posto dentro il mio cuore.
孤獨
孤獨是一匹衰老的獸
潛伏在我亂石磊磊的心裏
背上有一種善變的花紋
那是,我知道,他族類的保護色
他的眼神蕭索,經常凝視
遙遙的行雲,嚮往
天上的舒卷和飄流
低頭沉思,讓風雨隨意鞭打
他要棄的暴猛
他風化的愛
孤獨是一匹衰老的獸
潛伏在我亂石磊磊的心裏
雷鳴剎那,他緩緩挪動
費力地走進我斟酌的酒杯
且用他戀慕的眸子
憂戚地瞪著一黃昏的飲者
這時,我知道,他正懊悔著
不該冒然離開他熟悉的世界
進入這冷酒之中,我舉杯就唇
慈祥地把他送回心裏
Virgilio
I miei lunghi capelli sparsi sul braccio sinistro
adesso ti compiaci del vento dell’alba
che batte nella mia casa in rovina.
Io mi sorreggo a Virgilio.
Ti concentri sulla speranza e guardi la luce di fronte alla finestra
io ti conosco, so che stai pensando a Roma.
Oltre il vagare, le uccisioni e i macelli per creare la tua nuova nazione
dovresti ricordare i tuoi bei canti pastorali.
Il vento spira dagli imponenti rami dorati
qui c’è una foresta fredda colore d’inchiostro diluito
che plasma il cuore dell’eremita recluso.
Ti lascio riposare sul braccio dell’alba.
Io mi appoggio a Virgilio.
Sento bruciare i muri delle città che cadono in rovina
le armi giacciono abbandonate nella nebbia dei campi
una grande nave sul mare attende calma e silenziosa.
味吉爾
長髮在我左手臂上散開
這時你枕著黎明的風
風在我單薄破敗的補中
我枕著味吉爾
這時你凝望窗前的燈
但我知道你在思想羅馬
除了流浪和建國的殺伐
你應該也記取一些好的牧歌
風來自嵯峨的金樹枝
而這裏有一片淡墨的寒林
寒林規劃著隱者的心
我讓你枕著黎明的手臂
我枕著味吉爾
聽到城的焚燒和頹落
兵刀棄在晨煙的原野上
海面一艘大船靜靜等候
intanto un doveroso ringraziamento a Giancarlo per il prezioso lavoro di condivisione: anche stavolta ci regala letture che altrimenti non avremmo mai avuto occasione di fare.
nella prima poesia mi ha colpito la fermezza statuaria/aliena ben resa dal semplice verso “una colonna di marmo proietta la sua ombra a sinistra“. poco più oltre la ripetizione ben 5 volte di “lontano” comunica uno scarto incolmabile tra il resto del mondo (che fluisce) e la “persona con i capelli neri e la blusa bianca” che non si muove.
“non è un sogno“, dice Yang Mu a corpo testo, ma scomparirà comunque (pur persistendo ancora qualche ora dopo l’alba)…
“solitudine”, però, la preferisco. trovo molto bella e originale la dinamica (in parte retroattiva) con cui l’amore per la solitudine (e per chiunque) si mette in discussione (“vuole tentare ancora un nuovo amore” riferibile, in sostanza, sia alla solitudine che all’io poetico) per poi risovere il circuito ricorsivo mediante la deglutizione del “bicchiere di vino che sorseggio” e il calore viscerale di quel “la riaccompagno al suo posto dentro il mio cuore“. una sensibilità non solo quasi-“spirituale”, ma anche malinconicamente ironica che mi è piaciuta molto.
l’ultima poesia del lotto, invece, ho bussato più volte, ma non mi ha lasciato entrare.
: )
"Mi piace""Mi piace"