Per ricordare i migranti morti in mare e chiedere l’apertura di un corridoio umanitario
di Giacomo Sferlazzo
Associazione culturale Askavusa
Lampedusa (AG) 92010
Via Giovanni Verga n1
askavusa@gmail.com
Dal 1988, sono almeno 15.760 i morti nel Mediterraneo ; uomini , donne, bambini e anziani che cercano di trovare in Europa una condizione migliore e invece troppo spesso trovano una tragica fine. Queste persone non vengono quasi mai ricordate e ancor peggio non si evita la morte di altre persone che dal nord Africa sono pronte a partire verso l’Europa in condizioni molto pericolose. Un corridoio umanitario Libia/Europa permetterebbe di salvare migliaia di vite umane e taglierebbe ogni tipo di finanziamento alle associazioni criminali che gestiscono i viaggi “Della speranza”. L’Europa dovrebbe adottare una linea comune e programmare un piano di accoglienza unitario.
La performance consiste nella realizzazione di 1000 barchette di cartoncino bianco, che in una passeggiata simbolica nelle città europee Londra, Bruxelles, Roma, verranno posizionate: nei marciapiedi, per le strade, nelle piazze , nei luoghi che hanno a che fare con l’immigrazione. Durante la passeggiata verrà distribuito un volantino con le motivazioni e gli scopi dell’opera. Nel volantino verrà pubblicizzato il concerto che verrà tenuto da Giacomo Sferlazzo.
L’apertura di un corridoio umanitario è l’unica soluzione
Come europei, italiani e lampedusani, non possiamo restare a guardare in silenzio le tragedie del mare che si ripetono con drammatica ciclicità. Abbandonare i rifugiati e i profughi africani al loro destino significa lasciare loro come unica via d’uscita quella di rischiare la vita su carrette del mare. Lanciamo un appello urgente per l’immediata evacuazione dei rifugiati provenienti dall’Africa Sub-Sahariana e in particolare dal Corno d’Africa che si trovano intrappolati in Libia e minacciati da tutte le parti in conflitto, così come per quelli che hanno già raggiunto il confine Libico-Tunisino e che non hanno possibilità di ottenere un’effettiva protezione in Tunisia.
L’Unione Europea dovrebbe promuovere uno sforzo congiunto tra i Paesi membri dell’Unione per organizzare l’evacuazione e il trasferimento verso i propri territori, ciò che permetterebbe anche di superare la costante (e provocata) emergenza sull’isola di Lampedusa, strutturalmente non in grado di gestire in modo soddisfacente le necessità di migliaia di profughi.
Giacomo “non ha paura”, paura di vivere. E della sua vita ne ha fatto un viaggio, ora per le strade d’Europa.
Abele
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Bel testo, bel video: essenziali come la realtà ed il coraggio!
Spero che le 1.000 barchette di cartoncino bianco giungano a destinazione.
Un saluto,
Rosaria
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Grazie per queso post!
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Bellissima iniziativa! Spero raggiungerà il suo scopo! 🙂
Ciao
Fernando
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