ANIMAMADRE di Nina Maroccolo (lettura di Doris Emilia Bragagnini)

Volevo scrivere di “Animamadre” da tempo. Ho atteso molto questo libro, dal primo incontro: alcune pagine postate in una “nota” sul più famoso dei social network. Le guardavo guizzare, le leggevo e non capivo cosa ci facessero lì, in un posto pieno di confusione, via vai di gente e mezzi, strilloni, clacson, frenate, incidenti carnevaleschi e capitomboli. Le avvertivo sacre, setosamente delicate, piene di quella forza capace di frusciare suono riconoscibile da subito: preziosità. Ho desiderato di leggerne ancora e proprio di quella storia. Scoprire Animamadre è stato lasciarsi trasportare, ha significato non resistere a una scrittura fatta d’immagini provenienti da una dimensione stregata e stregante, quando il vissuto si fa cilindro da cui estrarre pagine scolpite, dove la storia personale si fonde (ma allo stesso tempo ne viene filtrata) con una rivisitazione parallela fortemente analitica, in spietato rigore.

Simbolismo, mito, fiaba, intervalli di canto come piccoli motivi reportage di un set onirico, surreale, suggestivo, capace di mantenere la percezione cosciente del sé e di come lo si vuole raccontare, come deve risultare per definirsi nella sua autenticità. Si avverte, si respira, ci si convince immediatamente dai primi capitoli che l’autrice ha lavorato duramente e profondamente su se stessa con un’opera di minuzioso scavo attraverso tutti i cunicoli praticabili e non, della propria diramata configurazione emotivo-contestuale, partendo dall’infanzia con le sue latitudini e longitudini sfalsate dai mancati raccordi esperitivi, le strategie di sopravvivenza di una mente fulgida da subito, impressa da una sensibilità straziante prima ancora di conseguire la consapevolezza per veicolarne il canto. Definire questo libro inserendolo in una categoria nota non è possibile, gli si farebbe torto. Esso spazia, si manifesta, vive entro un arco di tempo convenuto e al suo interno troviamo prova di Nina Maroccolo nella sua essenza, nella storia tracciata senza per questo essere cronologia, piuttosto un rabdomantico ma razionale contrappunto esistenziale dove la personalità della scrittura (dialettica, dialogica) cammina di pari passo con l’abilità dell’alchimista Nina nel provocare sensazioni e legittime cadute del lettore in una tela che si accende di colori singolari diseguali per ognuno, ognuno con il proprio “balletto di tessuto” a frusciare lucido negli occhi: commuove quest’anima che si fa madre perché il valore intrinseco dell’Opera, oltre alla testimonianza di un linguaggio capace di superarsi nei confini, oltrepassa i confini del lettore/spettatore che pagina dopo pagina assiste al parto di una creatura che diventa anche la propria, di cui avere cura. Questa la mia “testimonianza”di viaggiatrice alla ricerca di riverberi ascensionali.

Un particolare mi ha accompagnato durante il tragitto del libro. Un rumore imparato da un film notissimo, un rumore tintinnante di cristalli di ghiaccio spazzati da un vento creatore furiosamente gelido, rumore capace di farsi, durante il percorso, via via più morbido e tiepido, fino al gorgogliare sommesso di una goccia che specchia se stessa, senza più spezzarsi.

Doris Emilia Bragagnini

Alcune pagine di “Animamadre”: “Avevo cinque anni e i diavoli intorno. Belzebù si presentò per primo. Onnipotente, dichiarava prodigioso l’avverarsi della maggior parte della terra, da lui seminata e resa fertile in una sola notte, durante il miracolo della Creazione”.  (continua…)

Maroccolo_Animamadre
Edizioni Tracce 2012, narrativa coll. I Cammei ISBN 978-88-7433-684-5

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Nina Maroccolo è nata a Massa nel 1966. Cresciuta in Sardegna da bambina, approdata a Firenze nel ’75 – dove ha studiato Arte e Musica – vive e lavora a Roma dal 2004. Scrittrice, performer, artista visiva – è curatrice di libri e antologie. Ha fatto parte della casa discografica CPI (Consorzio Produttori Indipendenti, Firenze), responsabile dell’Associazione Culturale “Il Maciste”. Ha partecipato a trasmissioni su RAI1, RAI2 ed altre emittenti televisive.
Pubblicazioni: Il Carro di Sonagli (City Lights Italia 1999); Annelies Marie Frank (Empirìa 2004 – 2a ed. 2009), con prefazione di Alda Merini; Firenze-Roma (Pulcinoelefante 2004); Documento 976 – Il processo ad Adolf Eichmann (Nuova Cultura 2008), a cura di Fabio Pierangeli; Malestremo (Le Reti di Dedalus 2008), a cura di Marco Palladini; Illacrimata (Ed. Tracce 2011), con prefazione di Paolo Lagazzi. È presente in numerose antologie.


10 risposte a "ANIMAMADRE di Nina Maroccolo (lettura di Doris Emilia Bragagnini)"

  1. Doris riesce a entrare nel cuore delle parole, nel cuore di chi le scrive, nel cuore delle cose.
    Questa sua preziosa qualità è qui evidente: il passo lieve con cui percorre il mondo poetico di Nina, lo sguardo attento a coglierne ogni particolare.
    Davvero è bello poter condividere la bellezza in chi scrive e in chi legge ed ascoltarne le voci… e sentirmi fiera di conoscerle entrambe.
    Grazie.
    cri

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  2. Un libro, in realtà un vero e proprio viaggio nel vissuto, nell’onirico e negli angoli più nascosti della psiche. Un caleidoscopio di impressioni, espressioni, sensazioni, amore e passione … in poche parole: un viaggio in tutto quanto c’è di “umano” nel mondo, dialogo tra uomo e terra madre, a tutto tondo. Da non perdere assolutamente!

    Grande Nina Maroccolo!

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  3. È Doris la creatura che è scesa dalle sue alture venendomi incontro, mentre io credevo di risalirla.
    Ha raggiunto il mio canto, estesa e complessa partitura musicale: là – dove si è srotolato il racconto di più anime, il loro avvento e attraversamento.
    Liturgia della parola e del gesto.
    Durissima prova: per chi ha scelto il viaggio e per chi – sin dall’inizio – sapeva di dover condurre il lettore in territori asprissimi.

    Animamadre è sempre stata una scommessa. Identità, autenticità, concetto estenuato del “funambolo”: il limite travalicato, la possibilità concreta di cadere.
    Mi sono fatta male. Io per terra e la fune sopra, una prospettiva indimenticabile, dolente di ossa in frantumi e di un cuore che si è spinto in avanti, malgrado tutto.
    Più ragionevole il cuore, insieme all’anima – quasi un paradosso.
    Ma io vivo tra l’umanesimo estinto e i fossili di una realtà senza respiro, la più disperata, che accolgo nei margini degli occhi, di gesta e di volontà di riparazione da individuo che ne fa parte. Sono individuo fra individui, e nel mio piccolo mondo ho consapevolezza del *fare* attraverso l’operato creativo.
    Bisogna essere motivati per arrivare a qualcosa che esternamente rischia di essere giudicata come azione folle, ai limiti di ogni limite pensabile e immaginabile.
    Tuttavia mi ha sostenuto un credo più grande: attraverso me arrivare all’altro da me, più vero della matrice originale, riflessa nel suo specchio.

    Doris m’incanta sempre col suo rigore di dolcezza, con la percezione stroboscopica che risale dalle radici al cielo, per tronco cortecciato di linfa. È l’afflato quasi in punta di piedi di chi nella natura sceglie il cielo, camminando però chilometri di strada, terra, erba, sassi d’esistenza.

    GRAZIE di esserci, di aver passeggiato con me viandante e pellegrina. Del bene che annida in paesaggi d’ombre.
    Un abbraccio forte,
    Nina***

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  4. @ Cristina Bove
    E’ vero quando dici che “Doris riesce a entrare nel cuore delle parole, nel cuore di chi le scrive, nel cuore delle cose”. Lei è così: ha un dono speciale. E’ un dono per tutti noi…

    @ Fernando Della Posta – lettore speciale… Ti sei addentrato nei meandri di questo libro :-)))) Grazie, amico mio***

    @ r.m. : anche tu, caro Roberto, hai ragione. La lettura di Doris è molto sentita, niente lasciato al caso. Un giorno mi offrirai un tuo sguardo?

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  5. Nina (nostra Ninette), quanto sono contenta di leggere le tue parole di ora, che sanno rendere un’idea maggiore di quanto contenga Animamadre.

    “Ma io vivo tra l’umanesimo estinto e i fossili di una realtà senza respiro, la più disperata, che accolgo nei margini degli occhi, di gesta e di volontà di riparazione da individuo che ne fa parte. Sono individuo fra individui, e nel mio piccolo mondo ho consapevolezza del *fare* attraverso l’operato creativo.Bisogna essere motivati per arrivare a qualcosa che esternamente rischia di essere giudicata come azione folle, ai limiti di ogni limite pensabile e immaginabile.”

    Che dirti se non, grazie, per questa tua motivazione, per la tua capacità creativa, per la tua straordinaria sensibilità, per la tua bellezza.

    D.

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