Fernando Della Posta – Isocora di Variazioni, quattro poesie per Amelia Rosselli

Spaziare sugli orizzonti dell’incomunicabilità
a cercare il posto adatto al guado da costruire.
Ma stabilimenti di manifatture dimessi sotto passi
di crete senesi che fanno falesie arrossate si frappongono
come le tue occhiaie quando il cuore ti smargiassava
da una cresta all’altra e il cimitero si scoperchiava
e l’urlo dei morti che non hanno voce cresceva.
I bambini smaniosi vi entravano a frotte come sciami
di microrganismi nella chimica delle cave che si sgretolano.
I coriandoli erano gocce d’acqua di nebbia
che respirarla era un po’ morire. Ma era bello.

 

***

Irretire la ferinità dell’esser donna nella sillaba
fino al salto dalla goccia con la conta delle dita
sul tamburo che suona le dentali e le affricate,
carillon dai tonfi programmati come marcia
militare su scarpette tacco alto e nuvoletta di fumetto,
sedimento nello strato di un muro tutto lettera
con gli occhi che guardano da un sorriso gentile
come asole d’azzurro a bocca di lupetto sbottonate.

 

***

C’era che se il sole non entrava dalle finestre, ingiusta
l’ingratitudine era uno smacco che un Padre ti faceva
mettere a credito con il prendere le sembianze delle figure
malaticce smunte come dalle morti premature nelle Rocche
assediate. Le Scodelle ammucchiate fra le coorti come
carabattole neglette. Il tempo a volte tarda a venire e a
secretare le distorsioni che spezzano l’andatura, e si resta
come un segno.

 

***

Tu e Sylvia il cruccio per il vetro trasparente
guardare attraverso le ginestre rinvenire spaesate
colonie di torce arroventate. Se tutto il bene
non è ricambiabile si genera un ammanco
che non si colma nemmeno con l’impegno
di tutta la dolcezza incapace dall’umano. Nei vasi
comunicanti si smaglia la rete e fasci di capillari
si disseccano grumosi. La redenzione è una
scommessa dove ci s’inciampa nel cammino.

 

 

La prima produzione poetica di Amelia Rosselli, autrice di cui quest’anno ricorre il ventennale della morte, si caratterizzò per la scelta di un linguaggio fortemente sperimentale, basato su metrica, ritmicità, neologismi di varia natura e utilizzo di idiomi diversi dall’italiano, soprattutto inglese e francese. Ne risultò una trama poetica fitta di connessioni semantiche e di simbologie oniriche e inconsce. Questi quattro brevi componimenti sono nati come un tributo a quella letteratura, in special modo ai due primissimi volumi dell’autrice, Variazioni belliche e Serie ospedaliera. Ho voluto usare il termine “isocora” proprio per indicare un lavoro poetico con cui tentare di lasciare invariata l’alchimia di quelle “variazioni”, attraverso i soli cambi di prospettiva e di “mano” poetante, volendo mantenere immutato anche l’argomento delle poesie della Rosselli, ossia l’autrice stessa.

 

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©Fernando Della Posta 2016


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