“Monnezza” e il Mago
(il miracolo di Topo Gigio)
[ad Augusto Venturini,
vecchio figlio di Roma
e amico della Storia,
anche lui, come Cino
e Tomas, partito e
mai perduto…]
Nuova versione:
Plinio Perilli_Monnezza e il mago
Riporto le parole di Plinio: ‘Oggi però ho finito uno strano poemetto che accoppia Il Mago Zurlì e Tomas Milian, cioè Er Monnezza… Ero partito come da una
assurda Mirabile Visione di questi due “attori”, metafisici e umanissimi: comunque dignitosi entrambi ed entrambi agli antipodi. La morte li ha in qualche modo omologati, ed io ho sentito questo come un’ulteriore parabola…’ Grazie a Plinio per questo omaggio che tocca molti di noi (a me soprattutto il mago zurli’, ma immagino a un romano come Plinio quanto possa essere stato caro er Monnezza). Mi piace la definizione di “metafisici”, in effetti mi sembra molto appropriata…
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più che la morte in sé, direi che è l’adorabile poltiglia grigia che abita le nostre scatole ultracraniche a divertirsi, omologando, pareggiando e mescolando storie in una smania *ricreativa* senza fine (in ogni doppio senso)
: ))
grazie dunque a Plinio Perilli per questo intrigante spunto di riflessione, acuto fin dal sottotitolo (topo Gigio, peraltro, era ed è il mio unico idolo, più di Gesù Cristo, più di Dio o di qualunque altra narrazione metafisica della storia dell’umanità)…
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Grazie a Plinio Perilli per questa ballata metafisica in cui due personaggi così differenti tra loro sono stati accomunati dal morire nello stesso giorno: mi ha riportato indietro nel tempo, e in questa umanissima rievocazione di due indoli così diverse che in modo differente hanno portato la loro luce nel mondo. Ho ricordato con commozione Mago Zurlì che ha gettato sulla mia infanzia la magia della sua grazia (credevo davvero che si trattasse di un Mago e di conseguenza lo era) ora avvolto nella porporina dell’Eternità insieme a Tomàs Milìan, più ruspante e grintoso ma egualmente indimenticabile: due ladroni in cielo, due compagni di immaginazione.
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grazie Plinio per continua’ rigazzini.
Se ne vanno insieme
un mago e un trucido
etere possibile
per tutti impegno,
sorriso diverso
al soldo umano
perso conio.
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diamo ar Monnezzone quel che è Der Monnezza, diamo Richetto al Mago Zurlì
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Grazie Plnio, per questo tuo nuovo poemetto sui due personaggi diversie complementari del cinema e della tv d’altri tempi. I tuopi versi mi richiamano orizzonti di una personale telegiovinezza intarsiata di strane magie d’infanzia e di trucide scene di film e fiction d’esordio. C’è come sempre una ricchezza d’immagini che racconta spericolando sogni, ombre e luci di un’epoca rivissute iu un cordiale ricordo, un esempio di memoria collettiva su personaggi inquieti che danno vento di invenzioni alla quotidianità retorica di un verseggiare per convenzione.
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Grazie Plinio, per considerare l’aperto andare a capo una interpretazione delle tante possibili alla tua opera, lontana da qualunque critica “impostata” che non sia quella di gadameriana scuola. Con la prerogativa ulteriore del conoscerti autore in tutte le sfumature dell’umana gentilezza per l’ulteriore interpretare di esistenza.
“L’interprete e il testo posseggono ciascuno il proprio ‘orizzonte’, e ogni comprendere rappresenta una fusione di tali orizzonti.”
“La messa in luce del senso vero contenuto in un testo o in una produzione artistica non giunge a un certo punto alla sua conclusione; è in realtà un processo infinito”. (Verità e metodo, p. 348).
Hans-Georg Gadamer, Verità e metodo, a cura di Gianni Vattimo, Bompiani, Milano, 1983.
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