
Sureq Galigo è l’opera letteraria più lunga che abbia mai scritto l’umanità, è un poema composto da 300.000 versi, è lungo una volta e mezza il Mahabaratha.
Non è attribuibile ad un solo autore, ma viene considerata scritta dall’intero popolo Bugies, una popolazione di marinai e un tempo di pirati, che abita il sud dell’isola di Sulawesi in Indonesia. Il poema fino al 18° secolo veniva tramandato oralmente, alcune parti sono state rinvenute incise su foglie di palma, un materiale così deperibile che molto è andato perso, inoltre brani originali del poema si trovano sparse su tutta la regione, come se l’opera volesse abitare tutto il suo territorio.
E’ per merito di Benjamin Frederik Matthes (1818-1908), uno studioso olandese recatosi a Sulawesi per tradurre la Bibbia in buginese, allora l’Indonesia era una colonia olandese, se quest’opera è stata ricostruita. Ha dedicato la vita a trascrivere nel linguaggio Bugies tutte le parti del poema che progressivamente riusciva a raccogliere, ne studiò anche la metrica, osservò come i versi sono fondati su un ritmo di cinque sillabe accentate sulla penultima, o di quattro sillabe accentate sull’ultima. Per questo lavoro si avvalse dell’aiuto di Colliq Pujié Arung Pancana Toa (1812-1876), figlia del re del regno buginese di Tanété che collaborò con lui per molti anni, produssero un manoscritto di dodici volumi attualmente conservato all’Università di Leiden, e messo online al seguente link:
La Galigo – Part 1… (universiteitleiden.nl)
Questo manoscritto è inserito nell’UNESCO memory of World (MOW),
anche se, come si può vedere, è purtroppo praticamente inutilizzabile, ormai l’antica scrittura Bugies è conosciuta e letta da pochissime persone anche tra gli stessi Bugies.
Per fortuna un altro studioso indonesiano, Muhammad Salim (1936-2011) si è dedicato per decenni a tradurre il manoscritto della Suraq Galigo in indonesiano, rendendolo quindi disponibile a tutti, alla sua morte il lavoro non era ancora completato, e la traduzione continua da parte dei suoi allievi.
Anche Robert Wilson ha tratto un’opera teatrale dalla Sureq Galigo, che nel 2008 è stata rappresentata al Teatro degli Arcimboldi di Milano.
Il trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=l9thuAutUTo
La fondazione Lontar, fondata da alcuni autori indonesiani e dal traduttore americano John McGlynn, il cui scopo è quello di diffondere la letteratura indonesiana nel mondo, ha compilato un’antologia di brani della Sureq Galigo curata dal poeta Subagio Sastrowardoyo, dalla quale ho tratto le mie traduzioni.

L’antologia è stata dedicata ai Bissu: “sacerdoti di Sulawesi che per secoli hanno preservato, arricchito e vivificato questa tradizione orale dei Bugies”.
I Bissu compaiono spesso nel poema come intermediari tra gli uomini e gli dei, sono sacerdoti con la caratteristica di essere nello stesso tempo completamente maschi e completamente femmine, fisicamente possono essere sia uomini che donne, ma avendo comunque nel senso pieno del termine la personalità maschile e femminile.
Oggi i Bugies sono islamizzati, e la tradizione dei Bissu va a poco a poco sparendo, mi dicono miei corrispondenti indonesiani che sono ormai ridotti a poche unità, non più di quattro o cinque.

In questa foto di una cerimonia dei Bugies ci sono anch’io, sono quello con la barba sulla destra, quando ero giovane, ormai più di 35 anni fa, in fondo, sotto l’ombrello degli attori recitavano brani della Galigo. La Galigo ha ispirato anche l’unico racconto che sono riuscito a portare a termine, e che è apparso su neobar una decina d’anni fa: https://neobar.org/2011/04/08/giancarlo-locarno-sulju-neve-centhini-tre-poesie/ Brani della Sureq Galigo La Sureq Galigo è un poema composto per essere recitato, comincia con il re degli dei che decide di inviare il figlio sulla terra per renderla abitabile e crearvi l’uomo, con la curiosa motivazione che gli dei sarebbero nulla senza nessuno che li preghi e li consideri appunto dei. Si susseguono poi le storie di sei generazioni, ed è anche un’occasione per versificare un’enciclopedia di tutte le conoscenze marinare, scientifiche e della vita pratica. La cosmogonia dei Bugies suddivide il mondo in tre sfere, quella celeste, quella di mezzo che corrisponde alla terra, e quella del sottomondo oscuro. La realtà mitica e storica si sviluppa dalle relazioni coniugali tra gli abitanti dei tre mondi. I brani seguenti si riferiscono all’origine del mondo e alla storia più nota, quella della nascita di I La Galigo, il personaggio che dà il nome al poema, ma che compare solo alla quarta generazione. Batara Guru discende dal cielo Appena sorse il sole a Botillangi, il regno del cielo To Palanroé, il creatore, si svegliò, lavò il viso in una vasca luminosa poi si osservò nello specchio scintillante. Così sorge, Il Signore dei Destini. Coperto da una veste di fili di luce prese il vassoio del betel e la sputacchiera metallica, ricettacolo regale delle sue masticazioni, e convocò tutti. Dopo un attimo di silenzio il Signore dei Destini rivolto alla consorte disse: “Cosa ne pensi Datu Palingé se noi mandassimo nostro figlio laggiù, per far germogliare la terra; affinché non rimanga vuota. Noi non saremo mai veri Dei Se nessuno ci invoca come Dei.” … Parlò piangendo Il Signore dei Destini “Scendi giù figlio mio, e pianta le tue radici sulla terra governala in mio nome le farai tutto quello che vuoi io non ostacolerò mai i tuoi desideri.” … Batara Guru si inchinò, e cominciò a spargere i semi celesti che si trasformarono il terra e alte montagne svettanti in dolci colline che andarono espandendosi in valli, e si allargarono per disporre i mari e collocare i laghi e ritagliare i fiumi tremanti di onde. … Successivamente Batara guru sposò la cugina La Tiuleng, principessa del Sottomondo. Sawérigading con la gemella Wé Tenriabéng costituisce la terza generazione di questi accoppiamenti. Alla nascita i due gemelli vennero separati, e ciascuno ignorava l’esistenza dell’altro. Da adulti però si incontrarono e si innamorarono, il Bissu Lolo rese loro noto che erano gemelli e il matrimonio impossibile, essendo contro natura avrebbe rovinato l’equilibrio del cielo e della terra. Distrutto dal dolore Sawérigading se ne andò per mare con le sue navi vivendo da pirata, finché venne a sapere che nel paese di Alécina viveva una principessa che era la copia esatta di Wé Tenriabéng. Sawérigading e I Wé Cudai Ho posato lo sguardo su I Wé Cudai quando mi è apparsa nel palazzo di Latanété Ho visto la sua pelle luminosa che splende come la luna piena. E’ così bella e sembra Tenriabéng. Ora ti prego Sololipu di recarti ad Alécina e chiedere per me al padre la mano di I Wé Cudai. … I Wé Cudai in lacrime disse: “Non voglio diventare proprietà di un uomo di Luwuk non voglio andare a letto con un pirata.” Si soffiò il naso poi gridò: “Anche se venisse dal cielo, mio signore non voglio appartenere all’uomo di Luwuk se mi ordini di prendere quell’uomo come marito faresti meglio a buttarmi o abbandonarmi in qualche posto lontano o meglio a uccidermi. Quando Sawérigading seppe del rifiuto, adirato salpò con le sue navi verso Alécina e la mise a ferro e fuoco, per salvare la vita al padre e al suo popolo I Wé Cudai contro voglia accettò le nozze. I Wé Cudai solennemente proclamò: “Basta morte per il popolo Bugis basta vedere persone uccise in Alécina, basta vedere la terra dei Bugis ridotta in cenere che finisca questa storia! Mi sottometto al matrimonio Così che le mie ancelle e le truppe di mio padre ricomincino a vivere. Ma lui potrà venire a cercarmi solo di notte e dovrà lasciarmi prima dell’alba. E poi non voglio nessuna cerimonia nessuna luce dovrà rischiarare la notte, ogni lampada sia spenta. Si erigano sette muri a protezione della mia stanza che sbarrino le sette porte controllate dalle mie guardie. Sette veli circondino il mio letto Come fossi una larva il mio sarong sarà cucito ai piedi e annodato sulla testa.” … Allora vai Sawerigading cavalcando il vento corri a cercare la tua sposa in compagnia del vento. Fuori dal palazzo Lo attendevano due gatti Mempola e Miko-miko, inviati dal Bissu Lolo, dalle code come torce ardenti, gli dissero: “Ti accompagnamo noi nella camera dove si nasconde I Wé Cudai sii veloce e seguici.” E Sawérigading li segue Facendosi strada tra le guardie addormentate. Le code dei gatti come torce rischiarano i corridoi alla fine illuminano la stanza di I Wé Cudai. Sawérigading scosta le cortine di seta e si avvicina al letto dorato. Mompalo e Miko-miko se ne tornano in paradiso, dal quale erano stati inviati, per riferire al Bissu Lolo. La nascita di I La Galigo Sawérigading era tutto eccitato quando avvolse I Wé Cudai nel suo abbraccio. intrecciato con lei chiusa nel sarong strinse contro di se il suo corpo la sua felicità aumentava e il suo piacere esplose. Sawérigading fluttuò in estasi, come avesse vinto un combattimento di galli. Eccolo che danza coi veli di seta si infila nel sarong con la donna dei suoi sogni. Stringe la moglie al suo petto appoggia la testa sulle sue braccia lisce nell’infinito piacere del corpo di sua moglie. Accarezza i suoi lunghi capelli gioca coi bracciali ingioiellati e con l’anello d’oro che ingraziosisce le sue dita così delicate . … Da questo incontro nacque I La Galigo … Sawérigading allora disse: “Nasci re bambino, protetto dai veli di Luwuk.” Immediatamente cessarono le contrazioni di I Wé Cudai scivola fuori dolcemente il re bambino tra le mani dello sciamano. Bello di viso e perfetto di corpo sembrava il gemello del padre. La felicità scoppiò nel cuore di Sawérigading “Ora piangi Galigo figlio mio ma per te ho promesso tanta pace.” I Wé Cudai invece geme di follia: “Gettatelo in una pentola rotta, su una zattera, affidatelo alle acque che lo trascini con sé il fiume. Non sarà mai l’erede al trono di Luwuk, non lo voglio in questo palazzo tappatemi le orecchie non voglio sentire le sue grida assordanti.” Alllora dissero il re La Sattempugi e la moglie: “Prendi Sawérigading tuo figlio nascondilo a est nell’isola di Mario così se nostra figlia dovesse morire sarà lui a continuare la nostra vita.” Sawérigading consegnò il bambino alla sua concubina I Wé Cimpau, che lo accudì come un figlio. Anche Sawérigading se ne andò e non vide più ne la sposa ne il figlio. I La Galigo divenne adulto e campione nel combattimento di galli. Un giorno di tanti anni dopo I Wé Cudai si accorse della sua bravura assistendo ad un combattimento di galli nell’arena e chiese informazioni su di lui, alla stessa competizione assisteva casualmente anche Sawériganding . … “Qual è il tuo nome, e chi è tua madre? Disse I Wé Cudai.” “Mi chiamo I La Galigo, signora” rispose. “Il mio titolo è Il mai visto Il non conosciuto è il mio soprannome perché la mia famiglia è complicata I miei genitori, quando sono nato non mi hanno voluto e io non ho mai incontrato i loro occhi per loro ero solo un feto. La donna che chiamo mamma è I Wé Cimpau. I Wé Cudai sorrise mentre diceva: “Sono io tua madre, figlio mio Galigo, adesso vivrai con me nel palazzo di Latanéte.” I La Galigo scoppia in pianto e in urla inarrestabili Sawérigading sentì le grida lo vide e lo riconobbe corre da lui per rassicurarlo la famiglia era riunita. Mentre I La Galigo ritornava nell’arena rasserenato Sawérigading e la moglie ritrovata come fossero ancora ragazzi corsero ad accoppiarsi nella loro camera. Batara Guru Turun dari Langit Begitu matahari terbit di Botillangi, Kerajaan Langit To Palanroé, Sang Pencipta, pun bangun, membasuh muka pada mangkuk kilat berkuping menata diri di depan cermin kemilau. Demikian maka bangkit Sang Penentu Nasib, berselimut kain benanga kemilau dipapahkan (arcaismo forse per posare) cerana (mestolo) guntur tempat sirihnya diusungkan ketur peludahan petirnya tempat membuang sepah sirihnya. ... Diam sejenak Datu Patoto. Kepada permaisurinya ia pun berkata, “Bagaimana pandanganmu, wahai, Datu Palingé jika kita turunkan saja anak kita menjadi tunas di bumi Agar tak kosong tanpa penghuni. Kita bukanlah dewa jika tak seorang pun di kolong langit menyeru kita sebagai Batara”. … Sambil menangis berkatalah Datu Patoto “Turunlah engkau, Ananda, kujadikan tunas di Bumi menjadi penguasa atas namaku, laksanakan segala kemauanmu tak akan kutentang semua kehendakmu”. … Maka menunduk Batara Guru, menghamburkan menir dewata yang menjelma keluasan, mengonggokkan gunung, membentuk perbukitan, meluaskan lembah, melebarkan laut, menempatkan danau menoreh sungai, mengatur gelombang. Sawérigading dan I Wé Cudai “Telah kusaksikan perawakan I We Cudai cerah kulit putri di Latanété itu. Bagai bulan purnama bersinar turun di ruangan di istana Latanété. Wajahnnya persis Tenriabéng. Sekarang kumohon engkau, To Suloipu, berangkat le Alécina mengajukan lamaran di istana ayah I We Cudai.” … Sambil menangis berkata I We Cudai, “Aku tak mau dimiliki orang Luwuk tak mau ditiduri orang laut.” Sambil membuang ingus berkata I We Cudai, “Biarpun berasal dari Langit , wahai Tuanku, aku tak mau dimiliki orang Luwuk. Kalau Tuanku menyuruhku kawin dengan orang Luwuk itu buang sajalah aku ke tempat yang jauh atau bunuh saja aku.” … I We Cudai pun berujar, “Biar mampus semua orang Bugis Habis semua orang Alécina, tanpa sisa, biar menjadi abu Tanah Bugis, dan selesai habis juga riwayat negeri Alécina ini. Aku tunduk melaksanakan perkawinanku asal dihidupkan kembali semua pengasuhku pasukan andalan orang tuaku. Hanya malam hari ia boleh datang, sebelum fajar harus tinggalkan istanaku. Taka da pesta besar perkawinan, di tengah malam obor tak dinyalakan, pelta dipadamkan, tujuh susun dinding mengelilingi kamarku, dipalang mati semua pintunya, dijaga ketat oleh pelayan pembantu, tujuh susun kelambu mengelilingi ranjangku ujung sarung dijahit, tutup kepala dikat.” … Berangkatlah Sawerigading berkendara angin melaksanakan perkawinan dibimbing angin. Dia luara istana mendekat si kucing Miko-miko yang ekornya bagai obor. Berkata kucing Meompola, si tiga warna, dan si Miko-miko, “Hamba mengantar Tuan masuk bilik I Wé Cudai Putri yang Tuan idam-idamkan itu. Kalau hamba belok, ikuti saja.” Berjalanlah Sawérigading di sela-sela Orang yang bergelimpangan tidur. Bagaikan suluh besar ekor kucing itu Menynari kelambu lalu masuk Duduk di atas tikar keemasan. Méompalo dan Miko-miko pun pamit Kembali ke Kerajaan langit Lapor kepada Wé Bissu Lolo. I La Galigo Lahir Bergairah sekali Sawérigading segera melilitkan diri pada pinggang I Wé Cudai; dijalanya istrinya itu dengan sarung lalu dikepitnya tubuhnya; meluap kebahagiaan, melambung kenikmatan. Sawérigading dilambungkan kegairahan bagai memenangkan sabung ayam berpesta dalam kelambu menggelepar dalam bilik selembar sarung untuk berdua dengan perempuan idamannya itu. Didekapnya istrinya di lebar dadanya diperbantalkan pada lengan mulusnya bercucuran keringat ketika sanggama. Tak terhingga nikmat Sawérigading mengelus tubuh istrinya menyapu rambut panjangnya membalik-balik gelang perhiasan yang melingkar pada pangkal lengannya membuka-buka ciccin emas hiasan jari tangannya. … Berkata Sawérigading, “Lahirlah, wahai, bayi raja dalam naungan payung di Luwuk.” Segera tak mengejan I Wé Cudai meluncur mulus bayi raja itu dijemput dan dipangku dukun kerajaan sangat tampan wajahnya, sempurna tubuhnya bagaikan kembaran Sawérigading. Membubung kebahagiaan Sawérigading, “Menangislah, wahai, anakku Galigo kujanjikan agar kau tenteram.” I Wé Cudai berujar, “Masukkanlah ke dalam belanga pecah masukkan bayi ini, sembunyikan di rakit lalu hilirkan saja di sungai supaya mengalir bersama air. Tak pantas sebagai pengganti keturunan Luwuk, jangan biarkan tinggal di istana memekakkan telinga suara tangisnya.” Berkata La Sattumpugi (padre di cudai) suami istri bersama-sama, “Ambillah wahai, Sawéeigading anakmu itu bawa saja ke timur ke Mario walau mati I Wé Cudai, asal hidup terus cucuku itu.” … “Siapa namamu dan siapa pula ibumu?” “Namaku I La Galigo, tuanku, “ dia menjawab “Tak Saling Melihat gelarku, tak Saling Bertemu panggilanku aku diberi nama I La Galigo sebab rumit sekali hubungan perkawinan orang tuaku ketika aku dilahirkan. Tak saling melihat orang tuaku tak permah bertemu muka kedua orang tuaku, namun aku pun tercipta menjadi janin. Ibuku bernama I Wé Cimpau .”. I Wé Cudai tersenyum sambil berkata, “Akulah ibunu, anakku Galigo, tinggallah engkau di istana Latanété.” I la Galigo pun menangis, menjerit tak dapat didiamkan. Sawérigading dijemput untuk menenteramkannya. Ia pun masuk ke dalam bilik sementara I La Galigo turun ke gelanggang. Sewérigading menyabung ayam di dalam bilik.
Circa 15’000 versi per la Commedia e circa 30’000 per la bibbia. 300’000 è una vera follia! Grazie per aver lasciato questa testimonianza (di cui ignoravo totalmente l’esistenza – come se solo la letteratura occidentale contasse). Interessante notare come cosmogonie e miti si intreccino tra continenti e terre lontanissime. Grazie mille!
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