Liu Xia: La sedia vuota – per Liu Xiaobo (di Giancarlo Locarno)

La donna che ha perso il marito ogni notte perde il proprio latte
tu ripetutamente appari in sogno a quei bambini che non hanno latte
cerchi di persuadere i loro padri che ci saranno giorni felici nel mare
quei bambini cresceranno con la voce strozzata in gola.

Giancarlo Locarno_Liu Xia – La sedia vuota


3 risposte a "Liu Xia: La sedia vuota – per Liu Xiaobo (di Giancarlo Locarno)"

  1. Quanto dolore in questi versi, composto e pacato in una imponderabile tristezza. La quotidianità si fa invocazione straziante, ricerca di un appiglio e forse un senso nell’assurdità di una vita derubata, spietatamente calpestata. Grazie Giancarlo, un altro lavoro di grande valore di traduzione e comprensione.

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  2. sinceramento, resto molto perplesso sulla frase iniziale, dove affermi che “separazione dei poteri” “indipendenza della magistratura” e “rispetto dei diritti umani” per *noi* sono “ovvie” realtà. un’idea non solo smentita dai fatti, a volersi guardare intorno oltre la fiction dei mass media, ma pregna di quella insopportabile presunzione secondo la quale *noi* saremmo così superiori culturalmente ed eticamente rispetto al resto del mondo da essere autorizzati ad esportare *democrazia*…
    detto questo, ho trovato i versi di Liu Xia intensissimi e “veri” (cose che in tempi di poesia di maniera non è mai scontato), in particolare ho letto e riletto incantato “sto qui seduta” una decina di volte, per cui, altrettanto sinceramente ti ringrazio.
    : ))

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