REPERTO DI UN MONDO SOMMERSO
1
Deve appartenere ad epoche antiche
questo uomolite
quando gli oggetti di marmo
si illudevano di sopravvivere
più di quelli di plastica
A quell’età in cui l’uomo
invece che di una discarica
si metteva al centro del cosmo
pretendendo di non puzzare
nemmeno dopo morto
Quando questi occhi incapaci di guardare
li chiamavano arte
2
Chissà che ci fa
una bocca che non parla
con un naso
una fronte e una barba
Chissà che ci fa
con se stessa questa statua
così seria quando invece è così fatua
3
Non avevi mai visto niente del genere
una persona non incellophanata
né incappucciate né plastificata
Un viso senza maschera
quasi di carne
All’inizio ti ha spaventato
(di avvicinarsi nemmeno a parlarne)
ma adesso ti ossessiona
allo stesso modo di uno spettro
e forse hai timore che si sbricioli
questa statua di vento
2 risposte a "Simone Consorti: Reperto di un mondo sommerso"
notevole tris. viviamo tutti in un mondo sommerso (i salvati sono l’eccezione, i sommersi la regola). ficcante l’idea che la statua di marmo, ingenutà quasi naif, pensasse di vivere più della plastica.
: )
eh, se ciò che resta nel tempo è la forma massima d’arte di una civiltà, è evidente che i cumuli di plastica sono i nostri David di Donatello.
: (
ergo, siamo sommersi dalla nostra stessa arte.
nella terza sezione (come suggerito dall’immagine) una ragazzina scopre l’esistenza di un altro mondo possibile, ma in paralleno – non fosse per l’immagine – ci vedo anche l’inconrro con un corpo androide di ultima generazione (mi viene in mente l’ottima serie tv “Humans”, di cui consiglio caldamente la visione).
in fondo, sbriciolarsi non è poi così male no?
notevole tris. viviamo tutti in un mondo sommerso (i salvati sono l’eccezione, i sommersi la regola). ficcante l’idea che la statua di marmo, ingenutà quasi naif, pensasse di vivere più della plastica.
: )
eh, se ciò che resta nel tempo è la forma massima d’arte di una civiltà, è evidente che i cumuli di plastica sono i nostri David di Donatello.
: (
ergo, siamo sommersi dalla nostra stessa arte.
nella terza sezione (come suggerito dall’immagine) una ragazzina scopre l’esistenza di un altro mondo possibile, ma in paralleno – non fosse per l’immagine – ci vedo anche l’inconrro con un corpo androide di ultima generazione (mi viene in mente l’ottima serie tv “Humans”, di cui consiglio caldamente la visione).
in fondo, sbriciolarsi non è poi così male no?
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Inquietante, meditativa e bella questa poesia di Simone Consorti! Le foto ci ricordano “chi siamo”.
Rosaria Di Donato
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