Domenica 23 ottobre 2011 ore 18,00 – Casa Della Partecipazione – (La Casa della Partecipazione si trova a via dei Sabelli 88/a. Dalla stazione Termini prendere il 71 e scendere a Via Tiburtina Vecchia.)
Per l’Estate Romana, nell’ambito della Manifestazione San Lorenzo in Piazza…dell’Immacolata, presentazione del Poemetto “La Versione di Giuseppe. Poeti per Don Tonino Bello”.
Parteciperanno i relatori: padre Giuseppe Giunti, Docente di Teologia Pastorale alla Facoltà Pontificia Seraphicum di Roma, ed Anna Maria Curci, insegnante e scrittrice.
Presenti: Anna Maria Ferramosca, Fernando Della Posta, Nina Maroccolo e Simonetta Bumbi (quattro dei ventuno autori) che, insieme al cantautore romano Orlando Andreucci e alla sua chitarra, proporranno alcune letture in armonia tra musica e poesia.
“La Versione di Giuseppe. Poeti per Don Tonino Bello (Edizioni ACCADEMIA di TERRA d’OTRANTO, Collana NEOBAR) è un percorso ricco di esperienze vissute, testimonianze di autentica individualità e, insieme, di afflato collettivo.”
(Anna Maria Curci)
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A proposito di:
POETI PER DON TONINO BELLO- Accademia di Terra d’Otranto, 2011
L’opera corale dedicata a Don Tonino Bello espone pubblicamente più che la creazione di un capolavoro letterario una necessità urgente, ignea, allarmata, di scendere sulla piazza della carta con un fuoco centrale incarnato dalla figura intera di questo uomo straordinario.
Stiamo assistendo ad una degenerazione sociale e culturale istituzionalizzata che addirittura rimprovera schernisce devitalizza coloro che lavorano onestamente nella paziente lentezza del fare: siano essi poeti scrittori artisti contadini idraulici muratori insegnanti… Soprattutto noi che lavoriamo la parola con intensità intimità rigore passione siamo messi non in discussione ma polverizzati e banalizzati. Nascere un’opera come questa, dunque, significa creare risposta e individuare un fuoco permanente di testimonianza civile sociale prima ancora che cattolica. Significa indicare per nome e cognome una persona che è riuscita a vivere con integrità fede energia e creazione, malgrado tutte le correnti tsunamiche contrarie, compresa l’indifferenza, la rassegnazione, la pigrizia e l’indolenza. Significa vivere sfondando le mura del tempio, diventandolo terra tutta, con una responsabilizzazione dell’io nel noi assoluta. Significa mettere in bocca, sulla propria lingua (e qui uso questa parola intendendola come organo muscolare ma anche nella sua accezione linguistica), l’ostia praticandola. Questa è la mistica della creazione. Da qui dobbiamo rifondare la nostra concentrazione, le nostre scelte il nostro agire di lettura di scrittura di fare altro.
La carezza di Antonio Bello attraversa molte pelli: quella dei poveri, dei disadattati, degli ultimi, quella degli operai delle acciaierie di Giovinazzo in lotta per il lavoro, quella dei pacifisti nella marcia a Comiso contro l’installazione dei missili, quella degli sfrattati che ospiterà in episcopio, quella dei tossicodipendenti di Apulia, creandogli un centro di accoglienza per immigrati, quella dei musulmani a cui donerà una piccola moschea per la loro preghiera…
Le poesie intrecciano i passi di questo sacerdote, ognuna nell’identità di ciascun poeta, in una danza lirica dentro cui ciascuno canta riconoscendo l’esperienza grande di questo uomo e al tempo stesso valori condivisi.
Non voglio entrare nello specifico letterario dei singoli poeti, ne conosco molti e studio da anni la loro arte. Sono qui per elogiare il coro e l’iniziativa, non la singola voce rispetto ad un’altra. Anche nella scia dell’esempio di Antonio Bello.
Preziosa, davvero preziosa, è l’apporto bio/bliografico finale dell’opera. Inviterei a leggerla proprio dal fondo per incontrare ciascun poeta nelle sue parole non letterarie, ma scritte a caldo, intimamente, con cuore partecipato e svestito.
Antonio Bello è stato un uomo eccellente, anche sacerdote cattolico: noi siamo poeti impiegati contadini muratori cittadini insegnanti con in corpo l’eredità. Dobbiamo rendere conto del nostro canto. Del nostro fare. Del nostro scegliere,
Del nostro fuoco.
Anna Maria Farabbi
il concatenarsi di eventi e giudizi positivi (!) , con questa splendida recensione di Anna Maria, in un tempo complesso di svalutazione dei valori, giunge a colmare di sapida attesa ogni evento legato al mesmerico mondo di Don Tonino…
Io, distante per spazio, fremo e ringrazio…
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Molto bello il brano di Orlando Andreucci! E’ di una leggerezza incredibile1…è proprio una carezza che ci ricorda che l’amore è una cosa semplice, facile…peccato averlo dimenticato!
Rosaria
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soltanto questo: grazie per queste tue parole così vere e incisive, AnnaMaria, che rivelano e dilatano tutto il senso e la speranza di questo nostro cerchio.
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Una catena di manivoci che dà senso all’opera.
Grazie.
iole
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sublime…
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Un caro saluto a tutti e a Roberto in particolare!
abele
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Ringrazio a nome di Anna Maria, a cui ho inviato il link, forse riesce a d arrivare. Ricorda la sua preistoricità relativamente a questi dispositivi tecnologici. Lei ama il fiato, l’oralità, il porsi frontale e spoglio, diretto, nei confronti dell’altro. Anch’io da parte mia la ringrazio, soprattutto per aver mirato a centro, al cuore di questo lavoro, mostrandone la mandorla sostanziale. Un caloroso abbraccio a tutti coloro che ancora si prodigano a favore non tanto della nostra parola ma di una memoria che è ancora viva di valori elementali, vitali. ferni
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Meravigliosa presentazione di un libro di poesie corali dove ognuno è solista all’ombra di una calda umanità sfuggita a qualsiasi targhetta di riconoscimento. Qui cattolico vuol dire davvero universale.
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una lettura bellissima, intensa e delicata come sa fare Anna Maria…grazie
v
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Un abbraccio a tutti. E in bocca a lupo! Come se anch’io fossi là con voi!
PVita
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dopo giornate difficili eccomi anch’io a gioire di questa bellissima presentazione.
Grazie Anna Maria, sei grande!
cristina
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Grazie anche a tutti gli altri, tutti!
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Bello riaverti qui, Cristina 🙂 a presto.
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